Non era certo la prima volta che Kate gironzolava a piedi da quelle parti, quando era una ragazzina aveva avuto una platonica storia con una sua amichetta che abitava in una villetta a due piani in Dunsworth Mews, proprio lì a due passi. Il quartiere era tranquillo e lo era rimasto anche negli anni successivi quando Mike aveva aperto il suo bar. Tutti pensavano che sarebbe fallito in pochi mesi ed invece per la sua cortesia, qualche buon paitto, per abbondanti spremute di frutta e soprattutto per i prezzi modicissimi, era divenuto un'istituzione. Cliente fisso di Mike era Duncan, uno scozzese dai capelli folti, una vera enciclopedia della musica celtica. Per questa sua competenza era stato assunto dai proprietari di Minus Zero.
Kate vide Duncan, era in piedi vicino al bancone, con una birra in mano. Entrò a salutarlo, erano anni che non lo vedeva.
"Sei fortunata, Kate!"
"Sei sicuro?"
"Non lo so, ma arrivi al momento giusto. Avevo fatto un salto in negozio, anche se oggi è lunedì, per mettere a posto un pacco di dischi che abbiamo comprato ieri a Camden Village quando è arrivata una telefonata per te."
"Da voi per me?"
"Da noi per te, un uomo, gentile. Ha detto che sta male, che non riesce a rispettare l'appuntamento. Ha lasciato il suo numero. Ha detto se lo puoi richiamare."
"Tutte scuse, si fotta!"
"Mi sembrava sincero, parlava a fatica"
"Dammi il numero, appena mi passa l'incazzatura provo a chiamarlo... anzi... lo chiamo subito!"
La cabina del telefono era situata nell'antibagno, ci andò subito.
"Mister C.?"
"Chi pavla?" rispose una voce con un marcato accento francese, tipico dei maggiordomi dei nuovi ricchi.
"Sono Katherine Fuller, Mister C. mi ha lasciato un messaggio, mi ha detto di richiamarlo"
"Ho anch'io un messaggio per lei, signorina Fuller, Mister C. ha lasciato detto di venire qui con urgenza... se vuole la mando a prendere"
"Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, so dove è Bedford Square" disse Kate ad alta voce mentre apriva la porta della cabina.
Nella casa vittoriana di Bedford Square colui che aveva parlato con Kate si rivolse al suo capo:
"Ha abboccato, sta venendo qui, Mister C. ha fatto bene a morire visto che ci ha risolto il problema"
"Non dire quattro se non ce l'hai nel sacco" mormorò M. Taffery, ricordando un motto della sua vecchia nonna bretone.
Kate uscì infuriata dal locale di Mike dimenticandosi di salutare Duncan, dimenticandosi di camminare sul marciapiede, dimenticandosi di guardare alle sue spalle... Fu così che un furgone proveniente ad alta velocità da Blenheim Crescent sbandò imboccando Portobello Road, la portiera sinistra si aprì e la colpì violentemente facendola finire riversa sul selciato. Prima di chiudere gli occhi sentì una voce dire dovevamo rapirla, non ucciderla, imbecille! mentre il furgone si allontanava in direzione del mercato delle pulci. Sentì anche dei tacchi a spillo correre verso di lei... poi svenne.
giovedì 7 febbraio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento