"Biserni, Myr mi ha detto di chiamarti e io, facendo un'eccezione, l'ho fatto. Cosa vuoi?"
"Piano, piano, cosa è tutta questa fretta?"
"Non farmi perdere tempo, sono stanco, non più cosa pensare di questa storia... parla!"
"Ti ho sopravvalutato, non pensavo che ti saresti ridotto così"
"Fanculo, Biserni! O mi dici quello che vuoi dirmi o riaggancio."
"Va bene, stavo leggendo un libro di Quine ed ho trovato alcuni concetti interessanti... Se hai un po' di tempo te ne parlo"
"Sbrigati" il Rifondatore era incuriosito.
«Che cosa esiste? Alla domanda più difficile – la domanda che definisce il punto di partenza di qualsiasi indagine ontologica – il filosofo W. V. O. Quine ha fornito la risposta più semplice: Tutto. Esiste tutto in quanto non può esservi qualcosa di inesistente, e chi la pensasse diversamente manifesterebbe non già un disaccordo ontologico quanto di aver travisato il concetto stesso di esistenza. Rispondere correttamente a una domanda non equivale tuttavia a rispondervi adeguatamente, e Quine lo sapeva bene. Dire Tutto equivale a dire nulla. Se chiediamo che giorno è non ci accontentiamo della risposta: Oggi. Se chiediamo a una persona chi è non ci accontentiamo della risposta: Sono io. Allo stesso modo, se chiediamo che cosa esiste non possiamo accontentarci della risposta di Quine: proprio in quanto sarebbe contraddittorio asserire che qualcosa non esiste, asserire che tutto esiste è tautologico.
Vogliamo sapere in che cosa consiste questo tutto, vogliamo un elenco delle entità che vi rientrano, vogliamo una loro caratterizzazione e se possibile una caratterizzazione delle loro condizioni di identità e delle relazioni che legano le une alle altre. E da questo punto di vista la questione ontologica è tutt’altro che scontata. Per Quine, per esempio, il tutto si esauriva nel contenuto materiale dello spazio-tempo, con la sola integrazione di quelle entità astratte a cui rinvia la matematica su cui si reggono le scienze fisiche. Per altri filosofi il tutto include entità di altro genere, in aggiunta o in alternativa a quelle di Quine. Ed è appunto la scelta fra queste posizioni che può costituire, e di fatto ha costituito, motivo di profonda controversia filosofica."
"Biserni è ubriaco anche questa volta!" pensò il Rifondatore.
"Penserai che io sia ubriaco, ma in quello che ti ho detto c'è la soluzione"
"Quale soluzione?"
"Dentro il tutto c'è anche la soluzione"
"C'è anche la Pensione Belvedere?"
"Sì e non solo, non dimenticare il circuito di Lydden Hill"
"E Peggy?"
"Peggy no, non esiste e non è esistita"
"Continuo a non capirci un cazzo..."
"Non avevo dubbi in proposito, tutti coglioni gli amici di Myr!"
"Amico? Ma se mi ha appena rubato un Burberrys!"
"Avrà avuto i suoi motivi"
"Bella serata, avrei fatto meglio a non chiamarti"
"Lo hai fatto, avrai avuto i tuoi buoni motivi"
"Speravo che tu mi aiutassi"
"Non ne hai bisogno, hai solo avuto un calo di autostima"
"Grazie, sei molto gentile"
"Ora vai a dormire e vedrai che domani avrai le idee più chiare. Avrai presto un'idea delle tue, di quelle che riescono a impolpettare un po' tutto quanto insieme..."
"Lo spero... Buonanotte!"
"Dormi bene! Nient'altro. E con il sonno calma i dolorosi battiti del cuore, e le mille offese naturali di cui è erede Carne!"
Il Rifondatore ebbe l'impressione di avere già sentito, letto, l'ultima frase di Biserni.
mercoledì 30 gennaio 2008
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