Flack si trovò come al solito coinvolto in situazioni che non condivideva. Di solito compariva verso fine anno, nei giorni vicini al suo compleanno, per fornire il rapporto annuale sugli investimenti. Ma quella volta dovette farsi vivo in un momento inconsueto. Le azioni che gestiva a avevano reso parecchio, superando indenni le diverse crisi economiche. Che la merda fosse il maggiore bene-rifugio Flack lo sapeva da tempo, ma non avrebbe mai immaginato che l'indice shittel avrebbe raggiunto i massimi storici proprio in quel momento di crisi internazionale. Le richieste d'acquisto piovevano dai quattro punti cardinali. C'era tutta una generazione pronta a investire nello shit business, anche se la Banca Centrale della Merda aveva frenato la corsa degli insider traders, cordate di piccoli cagatori che speravano in un impossibile protagonismo.
Aveva in mano un mercato, ma le sue mani erano legate. Non poteva prendere decisioni senza una opportuna delega.
Flack viveva in assoluta povertà, lasciando intatto il patrimonio. Ma da anni non aveva più notizie di nessuno. Riceveva periodicamente il suo appannaggio concordato, una miseria che lo aveva costretto a vivere alla Pensione Belvedere di Viareggio.
Non è difficile immaginare la felicità di Flack vedendo scendere dal taxi quella giovane americana. Era la prima novità da circa otto mesi. Ma quando vide che la ragazza aveva cucito sullo zaino lo stemma dell'Ordo Merdiensis capì che era giunto il momento.
Non sapeva di cosa, ma era giunto il momento. Questa storia era ancora peggiore della precedente, se mai era possibile. Ma signigficava che Kate si era mossa. E se Kate si muoveva c'era un motivo.
La ragazza entrò e andò al bureau.
"Buongiorno, Mi chiamo Peggy Fuller. Ci dovrebbe essere una stanza..."
sabato 26 gennaio 2008
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