domenica 24 febbraio 2008

Titoli di coda

Jimmy girovagò a lungo nelle campagne del Kent, la speranza di trovare Kate non lo abbandonò mai. Quando morì, dopo una notte di gelo, trovarono nel taschino della sua camicia un taccuino di pelle, dall'aspetto molto vissuto. Al suo interno c'erano annotazioni preziose.

Kate e Peggy, in Irlanda, aspettavano pazientemente che l'aqua in eccesso evaporasse.

Il giovane Peacock prese presto il posto che per anni era stato dello zio. Oliver Rolling gli giurò fedeltà.

L'assistente di Lefevbre stava ancora aspettando che il suo capo ritornasse per avere la sua meritata promozione.

Winnie, aspettando il nuovo parabrezza per la Jaguar, utilizzava la Bentley anche se ormai una delle due macchine era diventata inutile.

Fanculo3

"Ti sta bene quella vecchia vestaglia!"
"Non mi invecchia?"
"Non più di quanto tu non sia"
"Gradisci un rahat lukùm?"
"Ho paura di annoiarmi"
"Un dito di Lepanto?"
"Non starmi così addosso, non ti sopporto"
"Sono cazzi tuoi"
"Stai zitto"
"...'nculo".

Fanculo2

"Per un po' di tempo potremmo andare a stabilirci nello Yorkshire, adesso la villotta dovrebbe essere libera..."
"Io e te insieme?"
"Perché, non ti va?"
"Non rispondere a una domanda con un'altra domanda"
"Potremmo concederci una vita agiata e tranquilla..."
"... Già, e magari narrare le nostre gesta!"
"Era una battuta sarcastica?"
"E la tua domanda?"
"Non cominciare"
"Vai a dare via il culo"
"Non rendermi la vita impossibile"
"Non rompermi i coglioni"
"Non essere aggressivo"
"Non lamentarti sempre"

"Potremmo assumere due pseudonimi: io vorrei uno pseudonimo che non riveli nessun nome, che lasci un'aura di indefinitezza intorno alla mia identità..."
"Sì, meglio lasciarla indefinita..."
"Tu potresti assumere uno pseudonimo che denota la tua enorme carogneria"
"Fanculo"

Fanculo

Avevano avuto il tempo di vedere Peggy e Kate affacciate alla finestra della cucina ma quando entrarono nella casa non c'erano più eppure non potevano essere uscite, le avrebbero incontrate. Chiusero a chiave la porta e ispezionarono tutta la casa guardando dappertutto, dentro gli armadi, sotto i letti, in soffitta... non rimaneva che la cantina, dove erano nascosti i due bidoni d'acciaio.
Kate e Peggy non erano nemmeno lì e nemmeno i due bidoni.
"L'effetto sta finendo"
"E' stato bello!"
"Non sempre!"
"Mezzo pieno!"
"Mezzo vuoto!"
"Fanculo"

La fine del viaggio

Peggy e Kate erano alla finestra della cucina quando due macchine, una Bentley e una Jaguar, entrarono nel parcheggio.
"Presto! scendiamo in cantina!"
"Cosa facciamo?"
"Lo so io, tu aiutami a spostare i bidoni"
"Dove?"
"Lo sai dove siamo?"
"Certo!"
"No, non lo sai, siamo sul primo tumulo di Lydden Hill, abbiamo una via di uscita"
"Dove?"
"Tu devi solo dire Apriti e la via si spalancherà"
"Ci seguiranno?"
"Devi dare l'ordine!"
"Apriti!"
La roccia divenne una porta e si aprì. Uscirono.
Dal fondo della valle saliva una nebbia densa e grigia, come un alito millenario.Lei andò verso il lago, Peggy la seguì.
"Un giorno questo fiume sarà un mare" disse. Ma lei guardava lontano, forse indietro, verso i bastioni del passato.
"... e i nostri nipoti giocheranno con le onde, gli gnu torneranno all'ovile e la cutrettola tornerà fare il nido in soffitta".
"Un giorno, forse."
"Dove siamo'"
"Non lo so ancora, o a Knowth o a Cerveteri" disse Peggy facendo rotolare un bidone.
"Preferirei Knowth" disse Kate spingendo l'altro.

Peggy non aveva ancora detto a Kate che qualcuno aveva annacquato la roba.

Sintesi?

La Jaguar affiancò la Bentley. Solo allora Carnet si accorse che era la sua Bentley e che al volante c'era lui.
"Bella botta, eh?"
"Cosa intendi?"
"Il parabrezza"
"Cosa ha il parabrezza?"
"E' a pezzi"
"E allora?"
"Allora ti ho visto"
"Anch'io"
"Ma io non ho investito nessuno"
"Se ti riferisci a quella storia in Hyde Park, io non c'entravo"
"No, parlo dei due vecchi che hai travolto mezz'ora fa"
"Vecchi? Erano due volpi!"
"Due vecchie volpi. Può essere"
"Dove stai andando?"
"Dove vai tu"
"Ovvio!"
"Ne hai ancora?"
"Di cosa?"
"Lo sai benissimo!"
"Qui no, ma dovrebbe essercene in abbondanza a Lydden Hill"
"E' buona?"
"Direi di sì, salti ontologici, sdoppiamento di personalità... però devi continuare a prenderla, l'effetto prima o poi finisce"
"Lo temevo"
Entrarono insieme nel posteggio del circuito.

Intervento diplomatico

L'assistente di Lefevbre doveva assolutamente comunicare a qualcuno le sue informazioni, era ormai consapevole che solo lui avrebbe potuto salvare il mondo. Se Taffery fosse riuscito nel suo proposito gli inglesi avrebbero dato la colpa ai francesi, il danno sarebbe stato irreparabile e le conseguenze disastrose. L'Ammiraglio Peacock era con Lefevbre, quindi anche lui irraggiungibile (molto di più di quanto non pensasse). Doveva contattare qualcun altro, uno di cui potersi fidare... trovato! Il nipote del commodoro poteva fare al suo caso. Telefonò al SISBO, il direttore Peacock era fuori sede ma le referenze diplomatiche ebbero il loro effetto. Non più tardi di 6 secondi dopo i due uomini stavano parlando. Il giovane Peacock ricordava bene la conversazione avuta con lo zio nei cessi pubblici di Covent Garden. Anche se in quel momento non c'era lo zio non era solo, i riservisti dei Royal Marines erano tutti dalla loro parte e una azione militare non era da scartare... Dopo il buon fine dell'operazione avrebbe pensato a giustificarla, avrebbero potuto trovare armi ed esplosivi sui mezzi arrivati dalla Francia.

I riservisti aspettavano la chiamata da anni, erano sempre pronti all'azione. Entrò prima in azione la brigata del Kent. Identificarono l'obiettivo, ruspe, mezzi anfibi, autopompe, una vera colonna di mezzi militari ben mimetizzati, in Inghilterra con la scusa di un piccolo terremoto. I tiratori scelti circondarono l'ampio piazzale utilizzato come base, al comando di Oliver Rolling aprirono il fuoco, un colpo solo ciascuno, nello stesso istante, un colpo di frusta. I terroristi si afflosciarono tutti, nello stesso istante. Tutti tranne uno, era andato a pisciare.
"Sono un cittadino francese" gridò alzando le mani.
"Era meglio che non lo dicessi" disse Oliver, spuntando alle sue spalle con il suo coltello preferito nella mano destra, mano che utilizzò per tagliargli la gola.
I riservisti salirono sui mezzi e li riportarono sui traghetti francesi con cui avevano attraversato la Manica. Come preda di guerra si tennero le armi e gli esplosivi.
"Tutto fatto. Avvisa Archie che siamo sempre pronti"
"Ben fatto, Generale. Lo zio ha grande stima di lei"

"Come è andata?"
"Bene, ora è un problema vostro"
"Dei corpi cosa ne avete fatto?"
"Sono dentro l'autopompa rossa"
"Buon lavoro, Peacock!"
"Altrettanto, giovanotto! Auguri per la sua promozione"
"Promozione?"
"Non appena il suo capo saprà quello che lei ha fatto"

Il traghetto che trasportava l'autopompa rossa naufragò sulla via del ritorno. Tutti i membri dell'equipaggio vennero salvati da alcune navi della flotta francese che stavano facendo delle manovre nei dintorni.

Da una delle colline circostanti un uomo aveva assistito all'accaduto.
"Queste scene le fanno proprio bene! Sembra tutto vero... prima o poi questo film lo andrò a vedere"

sabato 23 febbraio 2008

L'incidente

L'idea di Lady Hinshelwood non era male. Scesi dall'Aston Martin salirono su una Silver Shadow del 1960. Lui come autista, lei sull'ampio sedile posteriore, avrebbero ingannato chiunque, sarebbero sembrati due normali personaggi della borghesia inglese. La Rolls era in perfette condizioni, la vernice perfetta grazie ad un generoso strato di cera, il motore ticchettava come un orologio di marca. Per prudenza scelsero strade secondarie procedendo a velocità ridotta, come si conviene ad una gita in campagna. Sapere di essere ricercato dalla polizia non lasciava certo tranquillo Jason ma la presenza di Lady Cophetua lo rassicurava, la vecchia aveva sempre la soluzione sotto mano e, quando non l'aveva, riusciva sempre a corrompere qualcun altro, quello che aveva la soluzione. Il risultato era lo stesso.

La vecchia dormicchiava mentre si stavano avvicinando a Lydden Hill. Jason stava per imboccare la A2 quando sullo svincolo, contromano, arrivò a velocità sostenuta un taxi. La Rolls cercò scampo sulla sinistra ma rimbalzò sul robusto guard rail, si mise di traverso e fu centrata in pieno dal taxi che non aveva neppure accennato ad una frenata. L'urto fu così violento che i tre occupanti non ebbero modo di accorgersi che le due auto avevano preso fuoco.

Il botto richiamò l'attenzione di un uomo appoggiato al parapetto di un ponte sul canale che costeggiava l'autostrada.

Addio ammiraglio!

Lefevbre. prima di arrivare a Calais, aveva le idee chiare su quello che stava succedendo e quel Taffery, o in qualsiasi altro modo si chiamasse, andava eliminato. Bisognava farlo senza chiasso perchè le protezioni di cui godeva venivano dall'alto. Chiamò il suo assistente. Doveva chiamare l'ambasciata francese di Kabul, doveva chiedere con codice rosso tutte le informazioni che riguardavano la madre di Taffery, nata a Nangarhar e probabile fiancheggiatrice dei talebani.
"Taffery? Ho controllato anch'io, sua madre è viva e abita a Carcassonne, fuori dalla porta sud, vicino all'Hotel Vicomte!"
"Io parlo di un terrorista, tu parli di coperture!"
"Ma i documenti..."
"Sono serviti solo per infiltrarsi ma ora abbiamo scoperto la verità"
"Laureato a Tolosa in scienze politiche dopo licenza a pieni voti al liceo cattolico Michel-Montaigne di Bordeaux, scuole inferiori a Saint Jean de Luz, asilo a Biarritz dove è nato il..."
"Hai guardato anche i miei documenti?"
"No, non mi permetterei mai"
"Guardali"
"Lo farò"
"Subito!"
"Eccoli"
"Leggi ad alta voce"
"Sissignore! Laureato a Tolosa in scienze politiche dopo licenza a pieni voti al liceo cattolico Michel-Montaigne di Bordeaux, scuole inferiori a Saint Jean de Luz, asilo a Biarritz dove è nato il..."
"Ora leggi i tuoi"
"Sissignore!... geometra, diplomato all'istituto tecnico di Montpellier, nato a Montpellier dove risiede... Signore, i miei dati sono falsi!"
"Quindi anche gli altri sono falsi Ora sbrigati che dobbiamo eliminare quel traditore!"
Gli dispiaceva dovere eliminare uno dei più brillanti agenti del suo servizio, ma questa volta l'aveva fatta grossa. Cercare di invadere da solo l'Inghilterra mandando a rotoli un progetto che era costato anni di lavoro e grandi investimenti... Doveva farlo, l'ammiraglio Peacock avrebbe potuto vantarsi, insieme al suo collega francese aveva sventato un attacco terroristico, l'ideatore, nato in una provincia afghana confinante con il Pakistan, era stato eliminato, nel suo covo erano stati trovati documenti di importanza strategica.

A Calais lo aspettava l'ammiraglio Peacock a bordo dell'hovercraft. Partirono immediatamente per Dover. Quando erano a poche miglia dalla costa l'ultimo container di bario esplose sotto di loro. Il sogno del commodoro, quello di morire in mare, si era avverato, quello di Lefevbre, di andare in pensione in Martinica, nella sua bella casa sulla spiaggia, no.
L'assistente di Lefevbre aveva trovato le informazioni richieste (la madre di Taffery era stata arrestata prima di un attentato assieme a due dei suoi figli) ma non riuscì a contattare il capo sul suo telefono satellitare.

Uno dopo l'altro...

Il sole la abbagliava mentre camminava sul ciglio della strada, ogni tanto inciampava su una zolla, i suoi tacchi non erano l'ideale per una passeggiata in campagna.
"Maria!"
"Maria!"
"Bisognerebbe frustarla! Quando ti serve non c'è mai, mi arrangerò da sola, come al solito"

Maria, una matura italiana di Pordenone, era stata al suo servizio cinquant'anni prima, subito prima che Isa si sposasse. Servizievole, mite di natura, l'aveva sempre seguita, aveva assecondato la sua indole, non aveva mai battuto ciglio di fronte ai suoi insulti o ai suoi capricci. Lo avrebbe fatto ancora ma purtroppo era morta 32 anni prima.

Si era agitata e come ogni volta che si agitava sentiva una irresistibile necessità di pisciare. Si abbassò le mutande di lino, si accucciò e per evitare che la scarpa destra si bagnasse spostò il peso dall'altra parte. I muscoli del vecchio corpo, indeboliti dall'età e dalla inattività, non furono in grado di contrastare l'improvviso spostamento, Isa rotolò lungo la scarpata del canale, piombò nell'acqua, annaspò per qualche istante, affondò. L'acqua, che scorreva lenta verso sud, restituì il corpo, che aveva urtato contro un pilone di un piccolo ponte, una trentina di metri più avanti.

L'uomo appoggiato al parapetto stava fumando una sigaretta pensando a tutto quello che era successo in qugli ultimi minuti. Solo quando stava per gettare in acqua il mozzicone vide il cadavere di una vecchia signora galleggiare sotto il ponte, impigliata nei ferri arrugginiti che uscivano da uno dei piloni.

Il viale del tramonto

Il tassista era simpatico, parlava lentamente in un cockney che avrebbe potuto essere di Plaistow, un sobborgo della zona est, caratterizzato da una forte presenza di cattolici. Gli piaceva di più il papa precedente, ma in fin dei conti non toccava a lui emettere giudizi...
Isa ascoltava senza intervenire.
"Se disturbo, mi avverta"
"Niente affatto, la ascolto volentieri"
"D'altra parte il viaggio è lungo..."
"Non si scusi, va bene così"
"E' un piacere servire clienti come lei"
"Grazie"
"C'è poco traffico, oggi"
"Forse è per via del terremoto"
"Terremoto? Dove?"
"Dove stiamo andando noi"
"Non me lo poteva dire prima?"
"Lei non lo ha chiesto?"
"Come facevo a chiederlo se non ne sapevo niente? Dovrei forse chiedere a tutti i clienti se c'è stato un terremoto là dove mi chiedono di andare?"
"Io non faccio il tassista, sono affari suoi"
"Non si approfitti di me, non sono il tipo da porgere l'altra guancia!"
"Temo, giovanotto, che lei sia un po' paranoico"
"Forse è meglio che stiamo zitti"
"Forse è meglio che lei faccia il suo lavoro e la smetta con questi discorsi del cazzo!"
"Cara signora, lei è arrivata!" disse il tassista mentre rallentando ed avvicinandosi al ciglio della strada"
"Ma lei è pazzo?"
"Sì, signora, e lei è a piedi" disse mentre ripartiva sgommando.
"Non si è nemmeno fatto pagare..." pensò Isa, che pur non avendo capito cosa era successo cominciò ad avviarsi mentre il tassista faceva inversione di marcia attarversando irregolarmente l'aiuola centrale.
Poche decine di metri più in là un corpo straziato giaceva sull'asfalto.
"Che disordine!" Isa era davvero arrabbiata, il personale di servizio non conosceva più i propri doveri... le strade andavano pulite!
"E questo cos'è? Buttano via anche cose così belle! Proprio strano questo posto, devo proprio parlare con il direttore... in ogni caso qui non ci torno più" e così dicendo raccolse la spilla e la guardò.
"Questi cinesi fanno proprio di tutto" disse gettando la spilla nel canale che correva a lato della strada.
"Il sangue mi ha sempre dato fastidio" disse poi pulendosi le suole delle scarpe sfregandole sul terriccio ai bordi dell'asfalto.

Ricominciò a camminare proteggendosi gli occhi con la mano; il sole di mezzogiorno, ancora basso per via della stagione, la colpiva in pieno volto.

Crash

L'incontro col quel rozzo motociclista lo aveva turbato. Anche l'approccio, con l'accusa di furto, non gli era piaciuto per niente, era la prima volta che lo scambiavano per un ladruncolo. L'uomo che lo stava precedendo aveva una vecchia moto, non gli sarebbe stato difficile raggiungerlo anche se ormai doveva avere un certo vantaggio. Eliminò l'overdrive e pigiò sull'acceleratore, la Jaguar fece un balzo in avanti e cominciò a rendere onore al suo nome. La strada era deserta quindi non ebbe alcuna difficoltà a raggiungere le 120 miglia. Davanti a lui ora c'era solo una grossa macchina nera. Il guidatore, forse distratto da qualcosa, si spostò improvvisamente verso il centro della strada. Non c'era più tempo per frenare. Anche Carnet si spostò sulla destra, sbandò col posteriore, controsterzò con le due ruote di destra sullo sterrato e, mentre si rallegrava con sè stesso per la sua abilità, da alcuni cespugli uscirono due persone. Non ci fu nulla da fare. Sentì solo un urlo, fanculo gli sembrò, poi l'impatto le scaraventò in aria, volarono per decine di metri e si spiaccicarono sull'asfalto come due insetti sul parabrezza. Quello che Carnet non vide fu un piccolo oggetto, brillante, lampeggiante, che rimbalzò più volte per poi fermarsi vicino alla chiazza di sangue che si stava allargando intorno alla testa di uno dei due.
Non era la prima volta che una cosa del genere gli capitava e quindì preferì non fermarsi, in caso di necessità sarebbe intervenuta lady Cophetua...

L'unico testimone di quanto era accaduto, prima e dopo, era Jimmy.
"Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!" mormorò certo del fatto che le vittime dell'incidente non fossero dei comuni innocenti.

Niente dialogo, questa volta!

Jimmy si stava avvicinando al mare, il profumo di salmastro si mescolava agli odori muffosi della terra che si stava risvegliando... aveva proprio fatto bene ad andarsene dal pub, con Kate o senza Kate stava ricominciando a vivere. Proprio in quel momento qualcuno aveva invece finito di vivere. Poco più avanti, poco prima di un piazzale, due persone coperte da lunghi pastrani stavano trasportando un corpo verso dei cespugli. Istintivamente rallentò ma decise di non fermarsi per evitare rischi, ormai quello che era successo era successo... e in quell momento frenò. Sul ciglio della strada c'era un taccuino di pelle, molto vissuto, probabilmente caduto dalla tasca del malcapitato. Finse di pisciare, poi di allacciarsi una scarpa, lo raccolse e se lo mise nel taschino della camicia. Si guardò alle spalle per assicurarsi che non lo avessero seguito, poi alzò lo sguardo. Una sola macchina era posteggiata nel piazzale, nessuno in vista. Stava decidendo di farsi una birra quando guardò meglio la macchina, una Rover, un vecchio modello, lo stesso di quella che il giorno prima era arrivata davanti al suo pub. Non solo lo stesso modello ma la stessa auto, con i tergicristalli nuovi e, se due più due fanno quattro, Greg doveva essere nei paraggi.

Anche questa volta la matematica stava dando ragione a Jimmy.

venerdì 22 febbraio 2008

Occasioni

La Rover mise la freccia, Greg disse di volere una birra. Il piazzale davanti al locale era deserto. Appena spense il motore un colpo secco gli esplose nel cranio. Niente spruzzi di sangue, solo un piccolo buco.
"Avevi dimenticato la spilla ma avevi tenuto la Beretta 418!"
"Mm"
"Spostalo, dài, che dobbiamo ripartire"
"Per andare dove?"
"Via di qua"
"Risposte chiare, mai, eh?"
"Ti sembra il momento? Hai appena ammazzato un uomo!"
"Aveva la spilla"
"Dovevamo trattare"
"Guarda chi è, piuttosto..."
"Urka, hai appena fatto fuori Gregory Fuller"
"Vorrai dir lo abbiamo fatto fuori"
"Lo abbiamo fatto fuori con le tue impronte sulla pistola"
"A questo, sei arrivato?"
"Era solo per fare un esempio"
"Un esempio di cosa?"
"Dai, nascondi il cadavere"
"Nascondilo tu"
"Fanculo"

On the road

Jimmy stava volando con la sua vecchia BSA sulla scia di una Jaguar. Non si preoccupava dei limiti di velocità perchè non c'era traccia di polizia lungo la A2, tanto valeva fare vedere a quel signorino che lo precedeva quanto valeva la sua vecchia moto.
"Ti saluto, ragazzo!" urlò affiancandosi, con la giusta esultazione di chi non guida da parecchio tempo e scopre che l'amore per il suo mezzo è rimasto inalterato. La sorpresa piombò su di lui mentre si girava verso il guidatore.
"Hai rubato anche questa?"
"Ci conosciamo?"
"Sei ubriaco?"
"Stamane no"
"E' forse meglio che ci fermiamo?"
"Non ne vedo il motivo. Ora, se non le dispiace, gradirei non essere più disturbato..."
A quel punto a Greg non rimase altro da fare che accelerare.
"Avrà i suoi buoni motivi... forse la storia di Kate... a proposito Kate dov'era? che due più due non facesse quattro come avevo previsto?" questo ed altri pensieri si affollavano nella testa di Jimmy sferzata dall'aria umida della campagna del Kent.
Accelerando, accelerando raggiunse una Bentley.
"Tutte macchine da signori, questa mattina!"
Stava superando anche questa quando sentì una voce familiare.
"Jimmy, cosa ci fai da queste parti?"
"Carne!?"
"Non mi riconosci?"
"Ma se ti ho appena sorpassato!"
"Certo, lo vedo..."
"No, eri su una Jaguar, ora sei su una Bentley, cosa sta succedendo?"
"Sei ubriaco?"
"Stamane no"
"Se mi hai visto su una Jaguar, quello non ero io perchè io sono su una Bentley. Fino a qui ti è chiaro?"
"Sì"
"Se quello sulla Jaguar non sono io, sulla Jaguar c'è un altro. Chiaro?"
"Continua a parlare senza perdere di vista la strada, hai già sbandato due volte"
"Chiaro?"
"Sì"
"Se quello che guida è un altro e l'hai scambiato per me, non può essere che una persona, mio fratello Carnet"
"Siete come due goccie d'acqua"
"Di champagne, direbbe lui"
"Vi siete dati appuntamento?"
"No, mai, non ci vediamo da parecchi anni"
"E allora perchè siete qui?"
"E tu?"
"L'ho chiesto prima io"
"Mi hai detto che Greg è da queste parti e sono venuto a cercarlo" Carne non aveva intenzione di parlare del diario.
"E Greg perchè è venuto qui?"
"Dovremmo chiederlo a lui"
"Speriamo di trovarlo"
"Ci sarà molta confusione più avanti, stai attento"
"Confusione?"
"E' il minimo che possa succedere quando c'è stato un terremoto"
"Un terremoto?"
"Un terremoto"
"Hai notizie di Kate?"
"Ora ho capito perchè sei da queste parti!"
"Ero preoccupato per lei"
"E perchè pensavi che fosse da queste parti?"
"Perchè due più due fa quattro" rispose Jimmy riacquistando fiducia nella matematica.
"Io vado avanti, se la trovo ti avviso"
"Speriamo che non la trovi subito!" mormorò Carne mentre la BSA era già lontanapensando al viso tumefatto della ragazza .

giovedì 21 febbraio 2008

le cose si complicano

I servizi segreti francesi erano talmente segreti che nemmeno uno dei capi, il dottor Lefevbre, conosceva parte dei propri agenti nè i loro informatori. Quando il suo amico Peacock lo aveva chiamato la prima volta gli aveva risposto, in totale buona fede, che non conosceva nessun Taffery. Ma dopo la telefonata dell'aiutante dell'ammiraglio pensò che forse era meglio saperne di più. Si mise subito in contatto con la contabilità, fornendo la sua password.
"Controllate tutte le spese fatte in Inghilterra durante l'ultima settimana"
"Quale conto?"
"Noir, ovviamente!"
"Ho già la risposta"
"Così velocemente?"
"Qualcuno mi ha fatto la stessa richiesta pochi minuti fa"
"Chi?"
"Lei pensa che io possa dirglielo?"
"Lasci stare, so quale è la procedura da quando è cambiato il presidente"
"Le interessano i nomi o il dettaglio?"
"Nomi e totali"
"La linea è sicura?"
"WAP"
"Bene. Non si tratta di grandi cifre ma i totali sono consistenti, i nomi sono cifrati ma non dovrebbe essere un problema per lei! Le stampo l'elenco completo e vengo nel suo ufficio"
"Meglio evitarlo, ci vediamo tra poco in Passage Verdeau, sui gradini a sinistra del museo delle cere, di fronte al negozio di libri usati"
"Tra dieci minuti sono lì"

Lefevbre chiamò subito il suo amico ammiraglio.
"Archie, non ci vedo chiaro"
"Cerca l'ammiraglio? Sono il suo aiutante. Posso fare qualcosa per lei?"
"Parlare con l'ammiraglio!"
"Può dire a me, provvedo io a riferire"
"Giovanotto, so io cosa posso e non posso fare, cerchi di mettermi in contatto con l'ammiraglio, subito!"
"Sissignore, non volevo mancarle di rispetto..."
"Allora?"
"Subito!"

"Archie, non ci vedo chiaro"
"Nemmeno io, tant'è vero che vado a vedere da vicino. Sono in elicottero, sto andando là"
"Là dove?"
"Vicino a Dover"
"Cosa è successo?"
"Non ne sai nulla?"
"Parli del terremoto?"
"No, quello non mi preoccupa, mentre il resto..."
"Quale resto?"
"Tu lavori in un bagno turco?"
"Che strana domanda... no, lo sai dove lavoro..."
"Sì, ai servizi segreti... complimenti! State invadendo un tratto di costa inglese e tu non ne sai nulla!"
"L'invasione dell'Inghilterra non era tra i programmi a breve termine! Mi faccio portare a Calais, vieni a prendermi con un hovercraft, riusciremo a parlare senza che ci possano sentire"
"Portati un documento, se ti ferma un soldato ti potrebbe servire"

Nella vetrina c'era in bella vista un libro di acquarelli di Peter Greenaway ma purtroppo il negozio era chiuso per la pausa pranzo. Si ripromise di tornarci in un altro momento quando il solerte funzionario della contabilità piombò alle sue spalle.
"Le ho portato quello che le avevo promesso ma ho scoperto dell'altro..."
"Da noi succede spesso"
"Non ci sono solo uscite, ci sono anche entrate"
"E' la vita... c'è chi scende c'è chi sale"
"Capisco la sua filosofia, ma qui ci sono di mezzo i cinesi!"
"Quanti?"
"Ha importanza?"
"Se uno di loro si chiama Taffery, sì"
"Taffery c'è, ma è nell'elenco delle spese... tutto è cominciato all'Hotel Bellechasse, sulla rive gauche, con un conto astronomico... insieme a lui c'era una signora inglese, una bella donna di nome Catherine Fuller..."
"Bene, allora Taffery esiste. Lei venga con me, devo andare a Calais, mi dirà il resto lungo il viaggio..."
"A Calais? E' il compleanno di mia moglie, abbiamo prenotato..."
"Festeggerà l'anno prossimo, se sarà ancora sposato!"

... even Jimmy!

Jimmy stava sommando due più due. Lo aveva fatto diverse volte e il risultato era sempre quattro. Greg se ne era andato nel Kent. Carne lo aveva chiamato per sapere dove era Greg, quindi Carne stava andando nel Kent. Da quel poco che ne sapeva sarebbe bastato che Carne dicesse andiamo e Kate sarebbe andata. Quindi, se voleva rivedere Kate anche lui avrebbe dovuto andare nel Kent, così, se la deduzione era corretta, sarebbero stati in quattro, ottimisticamente Carne e Greg, lui e Kate. In tutto questo forse mancava un passaggio logico (in tal caso sarebbero stati in tre) ma valeva la pena di correre il rischio, tutt'al più avrebbe riassaporato il gusto dell'aria umida sul viso! Appese il cartello Torno Subito alla porta, la chiuse a chiave e andò nel magazzino, tolse la coperta che proteggeva la sua BSA del 68, accese il motore e partì, capelli al vento, verso il mare.

The same old story - Update

Jason stava riflettendo. Carne era scappato dalla clinica, prima o poi si sarebbe messo sulle sue tracce e, conoscendolo bene, prima o poi lo avrebbe trovato. Questa volta aveva bisogno di aiuto. Altre volte, in altre situazioni, aveva sempre cercato di cavarsela da solo ma questa era una vera emergenza, solo un intervento diplomatico avrebbe potuto se non risolvere il problema, minimizzarne le conseguenze. Quello che stava per fare avrebbe ulteriormente compromesso la sua libertà d'azione ma Jason, con i suoi trascorsi, non aveva molte persone su cui appoggiarsi. Chiamare Lady Cophetua gli costava fatica ma non poteva, a quel punto, fare altro.
"Sono Jason Spengler"
"Lei cerca Lady Hinshelwood?"
"Certo, non vorrà che io abbia chiamato per parlare con lei"
"Ma non voleva parlare con lei?"
"Ho capito il malinteso, sì vorrei parlare con lei, non con te!"
"Mi dispiace, signore, si sta vestendo e ha detto che non vuole essere disturbata"
"Per cortesia, faccia quello che le dico, torni da lei dicendo che Jason sta arrivando per andare, di tutta fretta, nella casa che lei sa, nel Kent"

"La signora mi ha detto di chiederle che macchina ha"
"E' rincoglionita? Ci sono cose più importanti"
"La signora non è rincoglionita, signore, ci sono due macchine della polizia davanti a casa, molto probabilmente la stanno cercando"
"Solito malinteso possibile, stanno cercando me o lei?"
"Dovrei darle del tu per farmi capire"
"Vai. permesso accordato"
"Ti stanno cercando"
"Cazzo!"
"Signore..."
"Scusami"
"Mi piacerebbe annullare il livello di confidenza che si è instaurato"
"Mi scusi per il mio linguaggio"
"Non si preoccupi, sono abituata a quello della signora!"
"Ha un'idea?"
"Chi io?"
"Era meglio rimanere lul livello di confidenza precedente"
"Ho capito. Non lo so"
"Chiedilo alla signora"
"Forse non ce ne è bisogno, utilizziamo un vecchio trucco... ha funzionato altre volte"
"Posso saperne di più?"
"Appuntamento tra mezz'ora alla stazione di London Bridge, ultimo sportello a sinistra"
"Grazie!"

Dieci minuti dopo questa telefonata Lady Hinshelwood uscì di casa e salì sul taxi che la stava aspettando. Indossava un tailleur di Chanel, un po' troppo attillato per la sua età, e un cappellino con veletta, secondo la moda dei reali, di Philip Treacy. Nel salire la gonna, stretta sulle ginocchia, le creò una certa difficoltà ma solo per alcuni secondi. Una delle due macchine della polizia si mosse sulla scia del taxi. L'altra rimase, nel caso il ricercato si facesse vivo. Dopo qualche minuto la porta di casa Hinshelwood si aprì di nuovo e questa volta ad uscire fu la cameriera, col suo lungo abito scuro coperto da un leggero Husky, al braccio teneva una grande borsa per la spesa, ai piedi un paio di comode polacchine. Lo sguardo dei poliziotti la seguì fino alla fermata dell'autobus poi ritornò al portone di casa.

"Jason Spengler!"
"Cosa fai qui, la tua padrona dove è?"
"Cosa è tutta questa confidenza?"
"L'ultima volta eravamo tornati al livello di confidenza"
"Con tua sorella, forse"
"Non ho sorelle"
"Lo so, era un modo di dire"
"Rifaccio la domanda, la sua padrona dove è?"
"Sono io la mia padrona, il trucco ha funzionato, la polizia sta controllando la mia cameriera da Fortnum & Mason"
"Grande!"
"Un trucco da bambini, che macchina hai?"
"Una Aston Martin"
"Una più comune no, vero? Vuoi proprio che ti trovino!"
"Vuoi che prendiamo il treno?"
"No, corriamo dei rischi. Ho un'altra idea. Andiamo fino alla vecchia stazione di Camberwell Green, ora è diventata un'officina, lì possiamo cambiare macchina, lì c'è un amico.."
"Lo conosci bene?"
"Più che bene!"
"Dai tempi di quella vecchia storia?"
"Vecchia? Ma allora non hai capito un cazzo!"

Action

Archibald Peacock, capo della polizia, osservava attentamente i filmati ripresi dalle telecamere piazzate nella zona di Dover. Dalla Francia erano arrivati parecchi traghetti con ruspe, mezzi anfibi, autopompe... una sorta di azione paramilitare.
"Questi francesi mi stanno sulle balle... per un terremoto da quattro mattoni su un marciapiede mi sembra esagerato tutto questo!" pensò con una punta di preoccupazione... Quel Taffery, chiunque fosse, doveva entrarci in qualche modo. E anche la vecchia non doveva essere estranea a quello che stava succedendo.
"Chiama il Dottor Lefevbre" disse al suo aiutante.
"A Parigi?"
"Tu chiamalo, non mi interessa dove. Poi avverti i comandi di Dover, Folkestone e anche di Canterbury, dicendo loro di stare all'erta, si tratta di una emergenza nazionale. Poi dì al comandante dell'elicottero di prepararsi a decollare tra poco... Dimenticavo, fai controllare Lady Hinshelwood, se esce di casa non la devono perdere d'occhio"

Carnet leaves London

"Winnie, dove è la Bentley?"
"Proprio davanti a casa, lo ricordo benissimo"
"Sembrava anche a me, ma ora non c'è più. Devono averla portata via da poco, il posto dove era posteggiata è asciutto, mentre tutto intorno l'asfalto è bagnato"
"Chiamo la polizia"
"Chiamala dopo, prima portami le chiavi della Jaguar"
"Il signore ha deciso di uscire da solo?"
"Questa volta sì, è una questione privata"
"Come se tutte le altre volte..." pensò Winnie.
"Le porto subito le chiavi" disse poi pregustando, grazie all'assenza di Carnet, un prolungato e meritato sonnellino.

Al volante della Jaguar Carnet sperava che non fosse successo nulla ai bidoni nascosti nella cantina.

Where is Greg?

Quando era scappato dalla clinica dove era stato rinchiuso per anni Carne non era riuscito a portarsi via niente. Il suo diario segreto, sul quale aveva annotato con cura tutti i suoi ricordi, era là, nascosto tra le radici del grande olmo, una pianta che aveva cominciato casualmente ad apprezzare per la sua caratteristica di innalzare la soglia di sopportazione del dolore fisico, di generare una più lunga capacità lavorativa e maggior concentrazione. Poche foglie ogni giorno, masticate lentamente, gli avevano permesso di sopravvivere senza troppe conseguenze al lungo periodo di prigionia.
"Jimmy, c'è Greg?"
"No, se ne è andato con la Rover"
"Ti ha lasciato detto qualcosa per me?"
"No, deve essere andato dalle parti di Dover"
"Sei sicuro?"
"Sì, ha chiamato un garage di quei posti e poi è partito"
"Grazie Jimmy"
"Tratta bene Kate, altrimenti ti ammazzo"
"Stai tranquillo!" e riattaccò, senza dirgli del poderoso cazzotto che le aveva stampato sul muso.

Ora doveva trovare una macchina.

mercoledì 20 febbraio 2008

Greg & The Elders

"Dove andiamo?" chiese Greg ai due ospiti della Rover, o era lui l'ospite?
"Lei guida bene?"
"Discretamente"
"E' disposto a lavorare per noi?"
"Dipende dal ruolo"
"Non dal denaro?"
"Ne ho a sufficienza, recentemente ho fatto buoni affari"
"Strano tipo, da dove viene?"
"Non sono qui per un'intervista, mi sembra di avere in mano qualcosa che vi appartiene"
"Beh, appartenere non proprio, diciamo che ci è stata affidata, un po' come la coppa Davis o la coppa Rimet, di volta in volta, a seconda di chi vince, cambia l'affidamento"
"Cioè l'avete vinta?"
"In un certo senso"
"Quanto può valere?"
"Le potremmo dire soltanto quanto ci sarebbe costata se lei non l'avesse ritrovata..."
"Quanto?"
"Probabilmente la vita"
"Quindi siete in debito con me"
"Non sappiamo come ricambiarla... i soldi non le interessano..."
"Non preoccupatevi, saprò dirvi come ma ora chi di voi due è il padre di Carne?"
"Nessuno dei due"
"La macchina è vostra?"
"Sì"
"Carne mi ha detto che è di suo padre, quindi..."
"Ma lui non sa che..."
"Smettila, vuoi che lo sappiano tutti?"
"Qui siamo in tre, noi due lo sappiamo, se lo sa anche lui è uno in più e uno non è tutti!"
"Ricominciamo con questi discorsi del cazzo?"
"No, altrimenti so cosa diresti..."
"Fanculo"
"Ecco!
"Vuoi spiegare a questo gentile signore che tu non sei suo padre, anche se lui lo crede, semplicemente perchè lo hai adottato?"
"Se non sbaglio lo hai già fatto tu"
"E il padre chi è allora?"
"Lo chieda a lui"
"E il padre chi è allora?"
"Lo chieda a lui"
"Fanculo tutti e due! Lo sapete o non lo sapete?"
"Lo sappiamo, purtroppo!" risposero all'unisono.

Carne non lo sapeva ma sapeva benissimo che colui che lui pensava essere suo padre era una grandissima carogna. La verità non avrebbe certo peggiorato le cose! E invece...

TV News

"Madame, è l'ora della sveglia!"
"Non aprire subito le tende, odio la luce"
"Madame, non si preoccupi, non la vede nessuno"
"Non essere sempre così servile, sei con me da un secolo, lo sai che le mie rughe sembrano i crepacci dell'Eiger! Accendi la TV, non so dove ho infilato il telecomando"
"Meglio non saperlo" borbottò la vecchia cameriera.
"An earthquake has shaken parts of Kent, damaging buildings and disrupting electricity supplies...". Le notizie venivano ripetute ogni mezz'ora e la giornata di Isa, sebbene in ritardo di un paio d'ore rispetto all'evento, cominciava con una brutta notizia. nella zona di Dover aveva vecchi amici, sperava che non fosse successo nulla a loro e ai loro beni. Seguì il resoconto dettagliato dei danni inframmezzato da una serie di interviste a gente del luogo. Vide anche due volti che le apparvero familiari ma alla sua età spesso capita di sbagliarsi, non capì cosa dicevano. La sequenza successiva era alquanto confusa, mossa, a tratti sfuocata, in lontananza si vedeva un'auto, poi una zoomata su una luce lampeggiante... lo schermo oscurato per un attimo e poi un'immagine chiara, perfetta, anche se ri-oscurata di nuovo. Riconobbe subito l'oggetto, come poteva non riconoscerlo anche a distanza di anni?
"La mia spilla..." sussurrò Isa, con malinconia.
"No, madame, La Spilla!" disse la cameriera ad alta voce, sperando che madame ricordasse.
"Aiutami a vestirmi, dobbiamo andare"
"Forse le è tornata la memoria" pensò la cameriera mentre stava per aprire il cassetto della biancheria.
"Non mettere le mani lì, te l'ho già detto un milione di volte! D'ora in poi lo chiuderò a chiave"
"Vecchia stronza..." pensò la cameriera
"E non dimenticarti di prenotarmi un taxi. Dovrebbe essere qui tra un paio d'ore, non di più"

L.H. live

"Lo abbiamo fottuto"
"Chi"
"Quello della televisione, pensa che siamo rincoglioniti"
"e invece..."
"Cosa intendi dire?"
"Che potevi fare a meno di raccontargli la verità"
"Una verità talmente inverosimile che..."
"Tranne che per un dettaglio, il fatto che abbiamo gridato aiuto"
"Chi non l'avrebbe fatto durante un terremoto?"
"Chiunque l'avrebbe fatto durante o dopo, ma non prima"
"Prima o dopo, che differenza fa, uno è sotto shock, un po' di confusione è naturale"
"Ma il cameraman se ne è accorto"
"Sì ma lui è un tecnico, cosa vuoi che possa fare?"

Il cameraman stava inquadrando quel tizio con la Rover, aveva l'aria confusa, sembrava molto turbato, in mano teneva qualcosa che lampeggiava, forse un cellulare... cercò di chiudere l'inquadratura sulla luce ma il campo venne coperto. Erano le schiene dei due vecchi che erano usciti di casa e si stavano dirigendo proprio verso la Rover. La luce lampeggiò ancora una volta in direzione dei volti dei due rincoglioniti... la messa a fuoco non era perfetta ma per un istante l'oggetto si mostrò nei suoi dettagli... poi di nuovo fu coperto dalle schiene dei due vecchi che erano usciti di casa. Entrambe le teste si mossero, come se stessero annuendo, entrambi i due corpi salirono sul sedile posteriore della Rover, uno da una parte, l'altro dall'altra, segno che rincoglioniti del tutto non lo erano. La macchina ripartì verso la A2.
"Peccato!" mormorò il cameraman che pregustava uno scoop, un rapimento, storie di sesso e di droga, le uniche che attizzavano l'audience. Ma non sapeva di essere in diretta.

TV News

Carne stava camminando di buon mattino in Tottenham Court Road, a due passi dalla casa di Carnet in Bedford Square. La tentazione di andare a suonarne il campanello c'era, abbastanza forte, quando i televisori si accesero nella vetrina di uno dei tanti negozi di elettronica della strada. La notizia, moltiplicata sui dodici grandi LCD di marche diverse, era la stessa: il terremoto nel Kent, con epicentro poco al largo di Folkestone.
"Terremoto? Proprio dove si è inabissata Shitland! Pensano che siamo tutti coglioni?" pensò Carne.

E anche il bario se ne era andato.

La confessione

"Comincia dalla scatola di biscotti"
"Niente di particolare, l'ho presa da Sainsbury's"
"Non farmi perdere tempo, dimmi cosa c'è dentro"
"Lettere d'amore è la risposta giusta?"
"Non farmi incazzare!"
"Ci tengo la contabilità, devo renderne conto"
"La contabilità di cosa?"
"Vendite"
"Vendite di cosa?"
"Di quella cosa"
"Prima o poi ti deciderai a dirmi di che cosa"
"Prima o poi, ora ti dico solo chi, come, quando, dove"
"C'è un tizio... viene da Londra... va in cantina... porta su delle cose... mi lascia una ricevuta... indica delle cifre... dei nomi... poi se ne va e non so mai quando torna. Io trascrivo la data, l'importo, il nome e l'indirizzo del cliente. Tutto qui."
"E ora vuoi tornare indietro per vedere se è tutto a posto"
"Esatto"
"E dei soldi cosa ne hai fatto?"
"Quali soldi? I soldi se li tiene tutti lui"
"E tu perchè lo fai?"
"Devo proprio dirtelo?"
"Lo immagino... ogni tanto vai in cantina..."
"Sempre più spesso"
"Effetti?"
"Stupefacenti!"

Strane coincidenze

Winnie era ancora sveglio quando la piccola radio di bakelite che da sempre aveva sul comodino stava dando notizie sul terremoto del Kent. Winnie sapeva che i due flaconi di metallo che aveva sistemato con cura nella cassaforte nascosta nella base di un bronzo di Nazzaretto venivano proprio da là come gli altri due che la settimana precedente aveva spedito ad un ospite del Grand Hotel des Bains del Lido di Venezia e come quelli che aveva spedito al portiere del Grand Hotel di Brighton.
Da poco aveva saputo degli incendi nei due alberghi e ora questa storia del terremoto!
"Strane coincidenze!" pensò Winnie mentre si attingeva a svegliare Carnet.

back to Lydden Hill

Peggy guidava con la sua mitica abilità. Avevano evitato di proposito la A2, sulla quale avrebbero potuto incontrare dei problemi. Man mano che si avvicinavano a Londra il traffico aumentava, i villaggi che attraversavano erano ormai svegli.
"Ti dispiace se accendo la radio?"
"Fai quello che vuoi"
"Accendo, allora?"
"Accendi"
""An earthquake has shaken parts of Kent, damaging buildings and disrupting electricity supplies..." la voce continuò parlando dell'epicentro, di Folkestone, di Dover, di Shepherds Well, non parlò di Lydden Hill ma le due Fuller sapevano che sicuramente era successo qualcosa anche lì.
"Speriamo che non sia successo nienete alla casa" disse Peggy pensando ai bidoni d'acciaio.
"Speriamo sia crollata" disse Kate pensando ai due vecchi.
"Torniamo indietro"
"Non pensarci nemmeno!"
"Non ti ho detto tutto"
"Hai messo di nuovo dell'erba nel forno?"
"Nel forno no, mi sono già scottata"
"Cos'altro hai fatto?"
"Te lo dico se torniamo indietro"
"Ne vale la pena?"
"Questa volta credo proprio di sì"
"Comincia a raccontarmi tutto"

martedì 19 febbraio 2008

Earthquake shakes parts of Kent

Mentre la voce fuori campo stava leggendo: "An earthquake has shaken parts of Kent, damaging buildings and disrupting electricity supplies..." la telecamera iniziò a riprendere due vecchi appena usciti da una casa malconcia.
"The whole place was shaking just after 6am, the TV was rocking backwards and forwards, alarms going off, lamps smashed onto the floor, and now the small cracks in the house have got a lot bigger"
"Possiamo parlare in italiano?"
"Pensavamo che la CNN..."
"Non si preoccupi, nei telegiornali aggiungiamo i sottotitoli"
"Avevamo appena sentito il motore di una Rover e stavamo per gridare aiuto quando abbiamo sentito un forte botto e poi la casa ha cominciato a tremare... la porta della soffitta si è scardinata e siamo riusciti a uscire di casa..."
"Stavate per gridare aiuto prima del terremoto?"
"C'è stato un terremoto?"
"Sì, c'è stato un terremoto, con epicentro a Folkestone"
"Meno male!"
"In che senso?"
"Pensavamo ci avessero trovati e che ce l'avessero con noi"
"Per questo stavate per gridare aiuto?"
"No quella è un'altra storia... ci avevano chiusi a chiave"
"Chi?" quella che avrebbe dovuto essere una breve intervista dopo un terremoto stava per trasformarsi in uno scoop...
"Ci hanno fatto bere qualcosa, molto probabilmente ci hanno drogati e ci siamo ritrovati bloccati in soffitta. La porta era chiusa a chiave..."
"Questo lo avete già detto!"
"E si sono portati via anche la scatola dei biscotti"
"Una scatola di biscotti?"
"Sì, l'ho già detto, una scatola di biscotti, sigillata con l'attack"
"Una cosa importante?"
"Una cosa preziosa, mi ha detto la zia"
"La zia di chi?"
"La zia dell'altra donna"
"C'era un'altra donna?"
"Sì"
"E ora dove è?"
"Probabilmente assieme all'altra"

"Spegni la telecamera, questi due sono rincoglioniti"
"Sì, l'ho visto, ma hanno detto di avere chiamato aiuto prima del terremoto"
"E tu ci credi?"
"Mi sembravano sinceri"
"Vuoi rischiare il posto?"
"Non ci penso nemmeno"
"Allora usa il pezzo fino a quando hanno detto che sono riusciti ad uscire di casa, cancella tutto il resto. Poi zuma su quel tizio, quello vicino alla Rover, poi torna sulla casa e sulle crepe, soprattutto quelle vicino alla legnaia crollata"

lunedì 18 febbraio 2008

Trovati!

Greg la sapeva lunga, non gli ci volle più di mezz'ora e un paio di telefonate per rintracciare il garage dove avevano cambiato i tergicristalli della Rover e dove avevano fatto il rabbocco d'olio. A quell'ora non c'erano traghetti in partenza da Dover quindi la strada sarebbe stata sgombra e da Greenwich ci sarebbe voluta un'ora per percorrere i 105 chilometri fino a a Lydden Hill.
Era alba fatta quando arrivò nei pressi del circuito. Spense il motore e si guardò in giro. Come sempre, d'inverno a quell'ora, il silenzio regnava sulla campagna del Kent. Non gli rimaneva altro che aspettare che il primo pub aprisse per poi chiacchierare, per poi dire che doveva riportare la Rover al proprietario ma che non sapeva dove abitasse eccetera eccetera... Mentre stava pensando che questa era l'unica strada sentì delle voci provenire da una delle due ville del circuito... sembrava un litigio di una vecchia coppia...
"E adesso, come facciamo con la Rover?"
"Non infilare il dito nella piaga"
"Quale dito?"
"Hai delle piaghe?"
"Non credo"
"Allora non capisci un cazzo"
"Ho capito invece, è meglio avere delle piaghe!"

Rover. Non aveva capito il senso del resto ma aveva sentito bene!

The truth in the attic

"Siamo proprio rincoglioniti, ci siamo fatti inchiappettare dalle due fanciulle"
"Chi poteva pensare che ci avrebbero portati qua sopra per chiuderci a chiave?"
"Chiunque, con un po' di cervello!"
"Avremmo dovuto capirlo!"
"Ci hanno fatto sperare"
"La speranza è buona come prima colazione, ma è una pessima cena."
"Ermione Granger?"
"Francis Bacon!"
"E ora cosa facciamo?"
"Parliamo"
"Lo facciamo sempre"
"Ora non possiamo fare altro"
"D'accordo, comincia tu"
"Non c'è bisogno di cominciare, lo stiamo già facendo"
"Di cosa parliamo?"
"Del più e del meno"
"Niente filosofia!"
"Era matematica"
"Parliamo di Carne, non lo facciamo mai"
"Non ne sono entusiasta ma di qualcosa dobbiamo parlare"
"Di qualcuno, intendi"
"Esatto, mi sono espresso male"
"Cosa vuoi sapere"
"Perchè non glielo hai mai detto?"
"Non ce ne è mai stata l'occasione"
"Nemmeno quando era piccolo?"
"Non sapevo come l'avrebbe presa"
"Sei stato un vigliacco!"
"Sì, devo ammetterlo"
"Prima o poi dovrai dirglielo, prima che lo scopra da solo"
"Speravo succedesse"
"Non è successo"
"Se glielo dicessi, quale sarebbe la differenza?"
"La verità, l'onestà..."
"Concetti estranei"
"Anche a me, ma il problema è tuo"
"E' mio perchè ne hai parlato"
"E se non avessi parlato?"
"Non avrei avuto il problema"
"E Carne?"
"Capisco, ma come faccio a dirgli che non è mio figlio?"
"Provaci, magari lui lo sa già"
"Ma non è quello il vero problema"
"Difficile dirgli che lo hai adottato?"
"Nemmeno questo"
"E allora?"
"E allora dovrò spiegargli perchè l'ho dovuto fare"
"Quello sarà davvero difficile!"
"Nemmeno quello"
"E allora?"
"Mi preoccupa quello che dirà lui"
"Lui chi?"
"Lo sai, Tu Sai Chi"
"Tu Sai Chi, il cinese?"
"Fanculo"

"E adesso, come facciamo con la Rover?"
"Non infilare il dito nella piaga"
"Quale dito?"
"Hai delle piaghe?"
"Non credo"
"Allora non capisci un cazzo"
"Ho capito invece, è meglio avere delle piaghe!"

Peggy, near to get retired

"Non sono riusciti ad aprirla!"
"Ci è andata bene..."
"Per fortuna l'avevo sigillata con l'attack, vedi che non sono svanita come pensi?"
"Io parlavo solo di quella volta dell'erba nel forno, non avevo intenzione di..."
"Lo dici adesso"
"Sai cosa c'è dentro?"
"Ne ho letto una parte, la mappa non l'ho nemmeno aperta"
"Hai fatto bene. Dammi la scatola, d'ora in poi la tengo io"
"Non sono questi gli ordini"
"Ora basta. D'ora in poi gli ordini li prendi da me"
"Non hai più rispetto per me..."
"Zia, non prendertela, ma la situazione ti sta sfuggendo di mano. E' meglio per te se d'ora in poi ti dedichi al tuo giardino"
"Sono licenziata?"
"No, sei in pensione"
"Bella riconoscenza, dopo tutto quello che ho fatto per voi"
"Lo hai fatto soprattutto per te"
"E se raccontassi..."
"Non pensarci nemmeno. Non ti converrebbe!"
"E' una minaccia?"
"Può darsi. Ora occupiamoci delle due carogne"
"Che intenzioni hai?"
"Li chiudiamo giù in cantina. Li lasciamo lì qualche giorno finchè non risolvo alcuni problemi, poi li liberiamo"
"Poveretti, in cantina no, c'è freddo, non ce la farebbero" disse Peggy, pensando a quello che c'era nelle piccole botti d'acciaio inossidabile, un segreto che pochi conoscevano.
"Mettili allora dove vuoi, purchè non riescano a filarsela"
"La porta della soffitta ha un lucchetto, potremmo metterli lì"
"Bene. Subito dopo vattene a Brighton, ti ho già prenotato una camera vista mare al sesto piano del Grand Hotel, a nome di Peggy Hinshel vedova Wood."
"Non potevi sceglierne un altro?"
"Nome o albergo?"
"Albergo"
"Perchè, preferivi una bettola?"
"No, gli alberghi di lusso mi sono sempre piaciuti, ma non quelli che bruciano"
"Cosa stai dicendo? Lo so che l'Ira ne ha bruciato un'ala, ma sono ormai passati quasi 25 anni!"
"Sto parlando di ieri, ieri ha preso fuoco, un incendio che è partito proprio dal sesto piano!"
"Troppe coincidenze!" pensò Kate "Ora mi tocca portarla con me"

Who's Greg?

Greg mise in tasca la spilla. Se fosse stato all'esterno il suo bagliore non avrebbe dato nell'occhio, poteva essere scambiato per un riflesso, ma qui, all'interno qualcuno avrebbe potuto notarla. E, a parte Jimmy, era meglio non fidarsi di nessuno. La reazione di Jimmy non aveva rivelato nessuna informazione particolare. Uscì dal locale per guardarla meglio. Doveva far finta di non riconoscerla, ma quella spilla lui l'aveva già vista, da qualche parte...Di fattura molto semplice, il manufatto riportava sul retro il testo latino arcaico Me-herdok med fhefhaked Kharnoi, il cui equivalente in latino classico sarebbe Merdotius me fecit Carni; si trattava del cosiddetto motivo dell'oggetto parlante: era la stessa spilla che parlava, menzionando il "faber" che l'aveva eseguita e la persona cui l'oggetto era destinato. Ma dove l'aveva vista?

Fece qualche passo verso la Rover. La nebbia era fitta, eppure tuonava. Il cielo era gonfio di pioggia.
Greg... a cosa aveva dovuto ridursi un Membro dell'Impero Britannico per controllare i movimenti di Kate. Fingersi un ladruncolo, uno che vive di espedienti. Tim e suo fratello Gregory avevano per anni custodito l'Helleborus; avevano scelto assieme a Sir David Attenborough i semi da conservare per i cento anni successivi, insieme avevano sotterrato la sfera di vetro che li conteneva e insieme avevano condiviso la speranza di salvare dall'estinzione parecchie delle piante che questi semi avrebbero generato. Quando Tim se ne era andato il fratello, sebbene da anni in pensione, aveva avuto libero accesso ai giardini di Kew e par anni aveva protetto il segreto. Ma dopo il rinvenimento del cadavere dello stalliere le cose avevano cominciato ad andare diversamente. Greg aveva cominciato a dedicarsi alle frequentazioni femminili a pagamento, e il parco era sempre meno oggetto delle sue attenzioni. Una mattina, durante una passeggiata, vide un piccolo scavo nel punto dove aveva sotterrato la sfera dell'Helleborus. Qualcuno l'aveva trafugata.
Adesso Kate aveva incontrato Carne e si apriva di nuovo la prospettiva di recuperare i semi. Così lui, nonostante gli anni, si era messo sulle tracce di Kate. Adesso lei era sparita, e lui non riusciva a ricordare dove diavolo aveva già visto quella spilla...
... Ma certo! L'aveva vista più volte sul décolleté di Madame Isa Di Culo. E poi, quello strano simbolo a forma di merda aveva a che fare con qualche confratenita... Poteva essere un indizio per rimettere le mani sull'Helleborus. Bisognava scoprire chi era il proprietario della macchina e farlo parlare. Era davvero il padre di Carne? Meglio riportare la macchina a posto e prendere contatto con il proprietario.

domenica 17 febbraio 2008

The morning after

"Ci alziamo?"
"In piena notte?"
"E' l'alba"
"Quindi è notte!"
"Ma non piena"
"Sfumature verbali"
"Ricordati che dobbiamo prendere un treno"
"Non un treno, il treno"
"D'accordo, il treno"
"Ma io non ho dormito"
"Nemmeno io"
"Per forza, hai continuato a rompere i coglioni, ho fame, vado in cucina, la scatola dei biscotti non si apre... non sei stato zitto un attimo"
"Certo, perchè avevo fame, perchè stavo andando in cucina, perchè la scatola dei biscotti non si apriva, ogni volta ti ho detto la verità"
"No, si è trattato di una radiocronaca del tutto inutile"
"Volevo che tu sapessi cosa stavo facendo, come mi sentivo..."
"Come se a me importasse. volevo dormire e non ci sono riuscito, questo è il risultato"
"Ci alziamo?"
"Alzati, vai in bagno e cerca di impiegarci parecchio, così forse riesco a schiacciare un sonnellino"
"Un po' di pazienza, prendo le mie cose dalla valigia e poi ti lascio in pace"
"Hai messo le tue cose nella mia valigia?"
"Ne abbiamo una sola..." mormorò mentre faceva scorrere la zip.
"Stai attento alla spilla!"
"Dove?"
"Nella tasca interna"
"Non c'è niente nella tasca interna"
"Niente?"
"Niente!"
"Dove cazzo l'abbiamo messa?"
"Dove cazzo l'hai messa tu?"
"Eravamo insieme"
"Ma la spilla l'avevi tu"
"Hai ragione... sì! nel cassetto del cruscotto della Rover, l'ho messa lì, me ne ricordo perchè l'ho chiuso a chiave, cosa che non faccio mai"
"Se se ne accorge ci fa un culo come una capanna"
"Se se ne accorge chi?"
"Prova a pensare, potrebbe essere un'esperienza nuova!"

"Ho sentito che siete svegli, cosa ne direste di una bella colazione?"
"Io la preferirei buona"
"Bene, vedo che avete già voglia di scherzare"
"Lui forse"
"Qualche problema?"
"Sì"

Alle spalle di Peggy comparve Kate.
"Voi qui?"
"Tu qui?" risposero all'unisono.
"Fanculo" mormorò Kate tornando verso la cucina.
"Ecco la mia scatola" disse invece Peggy, indicandola.
"Avevo fame, ho cercato dei biscotti, ma non sono riuscito ad aprirla..."
"Ci credo, l'avevo sigillata con l'attack"
"Qualcosa di prezioso?"
"Lettere d'amore, preziose solo per me" mentì Peggy.
"E i biscotti?"
"Finiti"
"Fanculo"
"Prego?"
"No, niente, pensavo ad alta voce"

In realtà stava pensando a dove poteva essere la Rover.

The brooch

"Jimmy, mi dai un'altra pinta?"
"Solita?"
"Solita"
"Hai già bevuto a sufficienza"
"Sì mamma"
"Lo dico per il tuo bene, Greg"
"Lo dici per parlare, non lo fai più da quando Kate se ne è andata"
"Stai infilando il dito nella piaga"
"Lo faccio per il tuo bene"
"Sì mamma"
"Dammene ancora una e poi smetto. Domani c'è il mercato delle pulci e devo andare a scegliere le cose da vendere"
"Ormai sono passati circa 8 mesi, perchè non ti decidi a vendere il timone del Cutty Sark?"
"Già fatto, l'ho venduto ad un tizio la settimana scorsa, mi ha detto che era per un suo amico ammiraglio"
"E non hai altro?"
"Una collezione di cartoline antiche, degli attrezzi da apicoltore, qualche macchina fotografica, un bel numero di tazze da caffè, un servizio di posate EPNS di Elkington... tutta roba che hanno anche gli altri... se va bene incasso una ventina di sterline! Bei tempi quando vendevo eliche d'aereo a David Hemmings! "
"Hai anche un pigiama di seta e forse nella Rover c'è rimasto qualcosa"
"Non ci avevo pensato, appena ho finito la birra vado a vedere"
"Vacci subito, poi la birra te la offro io"
"Io vado, ma questo è un ricatto!"
Il cassetto del cruscotto era chiuso a chiave ma Greg riuscì ad aprirlo, senza forzarlo, in 8 secondi e tre decimi, un tempo da dilettante ma le birre stavano facendo il loro effetto: era buio e questa poteva essere una giustificazione, solitamente non ci avrebbe impiegato più di cinque secondi. Infilò la mano destra e rovistò tra il contenuto, dietro un pacchetto di kleenex c'era una scatola cubica con i bordi smussati, al tatto sembrava di pelle. la portò alla luce, e la aprì sul cofano della Rover. Il cofanetto dischiuso emanava un caldo bagliore bruno. La spilla a forma di merda, cesellata in lega di spuma d'oro marrone pareva vivere di vita propria. Migliaia di piccolissimi topazi marroni, ciascuno incastonato a Serty Mystérieux formavano una meravigliosa superficie vellutata. L'elegante voluta e il capriccioso ricciolo terminale la facevano apparire come una vera merda.
"Non so chi sia Van Cleef ma ha davvero fatto un buon lavoro!" pensò leggendo il nome inciso sulla scatola mentre tornava da Big Jimmy.
"Questa spilla non la vendo certo domani a gente che arriva qui in cerca di cianfrusaglie"
"Per giunta non sai nemmeno quanto può valere..."
"E allora cosa faccio, me la tengo?"
"Potresti cercare questo Van Cleef..."
"... e dirgli che l'ho trovata, se vale molto..."
"... potrebbero darti un bel premio! di solito danno il dieci per cento, l'ho letto da qualche parte!"
"E se il proprietario della Rover ha già fatto la denuncia mi beccherebbero subito"
"Il proprietario? Carne non ti ha forse detto che la macchina è di suo padre?"
"L'ha detto, ma credo che stesse scherzando, sono convinto che l'abbia rubata"
"E se l'avesse rubata a suo padre?"
"Potrebbe essere. In questo caso dovrei cercare suo padre"

Se fossero usciti all'aperto il lampeggiare della spilla non sarebbe stato notato da nessuno, avrebbe potuto essere scambiato per un riflesso del sole.

sabato 16 febbraio 2008

The other

Miller si fermò dietro una siepe.
L'uomo con la borsa si era fermato nei pressi di una cabina telefonica. Il poliziotto era nascosto a pochi passi da lui, poteva sentirlo parlare. Miller stava per chiamare la centrale e dire la fatidica frase: "é il nostro uomo", ma qualcosa lo fece desistere.
Le movenze nobili e altezzose, l'incedere elegante, la parlata con un'inflessione vagamente francese... Non poteva essere LUI.
La descrizione che glie ne avevano data era ben diversa.
Ad un tratto dalla nebbia sbucò una Bentley scura, sembrava comparsa dal nulla. Alla guida c'era un vecchio chaffeur dall'aria irreprensibile. L'uomo con la borsa salì a bordo. Lo udì distintamente dire:
"Buonasera Winnie, andiamo pure a casa"

Bow Bird

Quando lui le aveva dato quel cazzotto, lei gli aveva detto:
"Vai a farti benedire"
"Dove?" aveva chiesto lui.
"A St. Mary-le-Bow" gli aveva risposto. La dritta era giusta. Si pentì di averle dato un cazzotto. Un calcio nel culo sarebbe bastato, e non l'avrebbe mandata al pronto soccorso. Pazienza.
Appostato sul campanile della chiesa, Carne osservava la scena. Vide arrivare Spengler, diversi componenti della famiglia Peacock, vide Taffery, o quello che si spacciava per Taffery, vide Peter Howitt, l'unico che si era occupato in tempi recenti di sdoppiamenti fisici e di bivii della realtà.
"Almeno adesso cominciamo a capire chi sta da una parte e chi sta dall'altra" mormorò.

Bow Bells

Le Bow Bells scoccavano la mezzanotte in punto.
La chiesa di St. Mary-le-Bow, sede londinese dell'arcivescovo di Canterbury campeggiava tetra nella nebbia notturna, illuminata a stento da alcuni fiochi lampioni. La chiesa, fondata circa nel 1080, è di origine normanna ed ha subito numerose distruzioni, in particolare verso la fine del 1600. Tra il 1670 e il 1683 � stata rimaneggiata da Sir Cristopher Wren, che vi aggiunse un campanile alto 73 metri.
Durante la Seconda Guerra Mondiale fu nuovamente distrutta e il restauro si protrasse fino al 1964, quando la chiesa venne riconsacrata e restituita al culto. Pochi sanno che Marcus Peacock, uno degli architetti che si occupava del restauro, costruì un passaggio segreto che collega la cripta della chiesa con un gazebo in muratura vicino a una delle fontane del piccolo parco alle spalle dell'edificio, verso Fitzroy Park. E quasi nessuno sa che da quel gazebo, come dalla cripta, si può accedere ad un locale segreto, di forma circolare, che dai primi anni '70 ospita le riunioni di una oscura confraternita, nata in contrapposiziojne all'Ordo Merdiensis.
Ovviamente la contrapposizione idologica con l'Ordo è solo uno specchietto per le allodole. In realtà la confraternita ambisce a strappare all'Ordo Merdiensis il segreto dell'Helleborus, e soprattutto vuole creare su quella pianta un business mondiale.
Inutile dire che i Peacock, e in primo luogo il commodoro che ne è il Gran Maestro, usano la confraternita in maniera quasi privatistica, e con la scusa di rendere "democratico" e "sociale" un bene "che deve appartenere a tutti", sguinzagliano gli adepti a caccia della mitica pianta o dei suoi derivati, sperando di poter finalmente produrre l'Helleborus e trasformarlo in ricchezza. Una droga ontologica, di questi tempi, potrebbe essere veramente un business mondiale, e la confraternita l'aveva capito benissimo.
L'intelligence della confraternita, da quando è guidata dal nipote del commodoro non ha fatto grandi progressi, ma quando a dirigerla c'era ancora Graham Peacock, suo padre, le cose andavano diversamente.
Uomo di polso e incapace di mediazioni, ma abile nelle indagini, aveva scoperto che il Cutty Sark era uno dei magazzini di Helleborus, gestito dall'Ordo Merdiensis, probabilmente con il beneplacito della Regina.
Dopo vari tentativi di furto, tutti falliti, Graham Peacock ordinò per ripicca la distruzione del Cutty Sark. La sua volontà però fu espressa in forma testamentaria, poichè Graham Peacock venne trovato morto nel suo studio un lunedì mattina della primavera del 1984. Tra le sue ultime volontà c'era quell'ordine che sarà eseguito più di vent'anni dopo, da mani ancora ignote.
Ad uno ad uno, attraverso un piccolo cancelletto, i membri della confraternita entrarono.

L'indagine prosegue

John Miller aveva ricevuto il suo addestramento nella nuova sede tra Victoria Street e St. James Park, di fronte all'Hotel St. Ermins. Ci si era trovato bene ed aveva familiarizzato con parecchi giornalisti televisivi che si piazzavano sul marciapiede opposto per essere ripresi con l'insegna girevole di Scotland Yard alle spalle. Spesso lo invitavano al bar dell'hotel per sentire da lui notizie di prima mano e in cambio, quando lui seguiva una pista, li chiamava per attingere ai loro archivi dove anche le notizie più insignificanti non venivano mai eliminate. Più di una volta aveva risolto dei casi sulla base di un pettegolezzo o di una foto innocente che non avrebbero trovato posto negli immensi database multimediali della sua struttura. Non gli ci volle molto per vedersi attribuite tutte le indagini più complesse; quella dell'incendio del Cutty Sark era l'incarico più recente e lui sapeva di essere sulla buona strada. Ricordava bene il colloquio con il suo capo:
"Ottimo lavoro, Miller, ti farò sapere"
"Grazie capo, mi chiami quando vuole"
"Tranquillo, ti chiamerò"
Ma di certo c'era che il capo non lo aveva chiamato. C'era sotto qualcosa e stranamente Kate c'entrava, direttamente o indirettamente. Un amico, poliziotto anche lui, lo aveva avvertito che la sua ex-moglie stava facendosi medicare al London Bridge Hospital, in Tooley Street, a due passi dal Dungeon, dove pareva che qualcuno, per rapinarla, l'avesse suonata come un tamburo, labbra rotte, sangue... "a parte questo, stava bene".
Aspettò che uscisse e la seguì, prima verso sud, una sosta imprevista a Camberwell Green dove la vide uscire, fare due passi come se aspettasse qualcuno, poi risalire in macchina, prendere la A23 in direzione est e poi dirigersi verso Dover lungo la A2. John pensò che quella notte avrebbe aggiunto un altro tassello al suo mosaico. In realtà, dopo che ebbe raggiunto Lydden Hill, se ne trovò uno in più.
Vide uscire qualcuno dalla legnaia della casa dove era entrata Kate. Non sapeva chi era, ma un uomo con l'aria furtiva che esce a piedi alle cinque di notte era sicuramente uno che faceva qualcosa di poco chiaro. Il sospetto si incamminò a piedi verso la statale. Aveva una borsa di tela dalla quale spuntavano due contenitori, sembravano due thermos di metallo. Miller si mise a seguirlo a debita distanza.

Tin box

"Una cosa per volta. Cominciamo da Jason. Mi hai chiesto dove è. Se ne è andato nel pomeriggio, per una cosa urgente ha detto. Mi è sembrato turbato."
"Lo credo bene, i due vecchi avranno spifferato tutto"
"Ora passamo alla seconda questione, chi sono questi due vecchi che mi sono messa in casa?"
"E' una storia troppo lunga, prima o poi te lo dirò"
"Passiamo avanti, sei finita sotto un treno?"
"No, solo sotto un cazzotto di Carne"
"E chi è questo Carne?"
"Non fare la finta tonta, non ti avrebbero messo qui..."
"Me lo hanno solo suggerito..."
"Te lo hanno ordinato"
"Prendo l'acqua ossigenata..."
"Meglio un whisky"
"Te lo prendo subito... cazzo! manca la scatola dei biscotti!"
"Ti ho chiesto da bere, non ho voglia di altro"
"Non ci sono biscotti nella scatola dei biscotti, c'è ben altro!"
"Qualunque cosa sia, ora sei davvero nei guai... chi può essere stato?"
"Jason no, è andato via prima del tè, e la scatola c'era ancora"
"Come fai a saperlo?"
"Ho servito il tè con i biscotti ai due ospiti"
"Ma hai appena detto che nella scatola non ci sono biscotti"
"C'erano, prima che uno dei due se li facesse fuori tutti. Poi ho riportato la scatola in cucina e l'ho usata per riporci..."
"Quindi la scatola l'hai presa tu!"
"Ma sei scema?"
"Volevo metterti sulla strada giusta. Se non l'hai presa tu l'hanno presa loro a meno che in casa non ci sia qualcun altro... non c'è nessun altro in casa, vero?"
"Chi vuoi che ci sia? No non c'è nessun altro" rispose Peggy mentendo senza sapere che stava dicendo la verità, perchè l'altro se ne era andato senza avvertirla.
"E allora sono stati loro. E' una deduzione e di solito la deduzione è la madre di tutte le cazzate ma in questo caso..."
"In questo caso loro sanno tutto""
"Sei mia zia, ma sei proprio una bella testa di cazzo"
"Mi era sembrata la cosa migliore"
"Sì come quella volta che hai nascosto l'erba nel forno!"
"Erano anni che nessuno lo usava..."
"Lasciamo perdere! I due vecchi dove sono in questo momento?"
"Non preoccuparti, stanno dormendo"
"Quelle due carogne non dormono mai!"

Kate aveva ragione.

"La smetti con quella scatola?"
"Sto cercando di aprirla ma non ci riesco"
"Dormi"
"Ho fame"
"Non è un problema mio!"
"Fanculo"

venerdì 15 febbraio 2008

Nightknock

"Chi suona quest'ora di notte?"
"Tendi l'orecchio, vedi se riesci a sentire qualcosa"
"Se continui a parlare come faccio a sentire?"
"Se tu mi avessi dato una risposta più breve avresti sprecato meno tempo"
"Vuoi stare zitto?"
"Non prima che tu abbia ammesso che parli almeno quanto me"
"Ok, testa di cazzo, parlo quanto te. Adesso stiamo zitti?"

Dalla porta della camera da letto chiusa si sentirono i passi di Peggy scendere le scale.
"Chi è?"
"Apri, Peggy, sono Kate"
"Mio Dio, Kate! Quale guaio ti porta qui alle cinque di mattina?"
"Dove'è?"
"Parla piano, abbiamo visite"
"Visite?"
"Due vecchietti"
Kate sbiancò.
"Due vecchietti come?"
"Uno abbastanza secco, con un'aria aristocratica. L'altro piccolo e rotondo. Ha detto di chiamarsi Bisazza"
"Non sai chi ti sei messa in casa"


"Dobbiamo cercare di restare qui ancora un paio di giorni, succedono un sacco di cose..."
"Chi è?"
"La Fuller"
"Quale delle due?"
"La smetti di fare domande? Perchè non provi a capire qualcosa in prima persona?"
"Fanculo"

Nightmare

L'ufficio del commodoro Theo Peacock era im perfetto stile navy, mobilia con gli angoli rinforzati, mappamondi e cartine, appliques provenienti dalla Queen Mary. Erano solo uno dei reperti provenienti da grandi imbarcazioni di cui il commodoro andava fiero: C'era un piccolo scrittoio proveniente dal Pelican, un pezzo di ringhiera del cassero della Golden Hind, alcune stoviglie del Seagull Major, ma il pezzo a cui teneva maggiormente era il timone del Cutty Sark. Ovviamente questo pezzo era nascosto dietro una riproduzione cartografica assai ingrandita dello stretto di Gibilterra, tratta dal settecentesco "Recueil des principaux plans des ports et rades de la Mer M�diterran�e" di Joseph Roux.
Il commodoro entrò e compose un numero di telefono.
"Chi parla, a quest'ora di notte"
"Sono Theo, ciao Archie"
"Theo, che cosa ti prende a quest'ora di notte?"
"L'avete preso?"
"Lo stiamo prendendo"
"Non l'avete preso. E sta scappando, immagino"
"Lo lasciamo libero di muoversi, non è la stessa cosa"
"Stronzate. Dovete prenderlo e basta"
"Faremo il possibile"
"Quella vecchia troia ti ha aiutato?"
"Mmm, non ci siamo lasciati con un abbraccio, se lo vuoi sapere"
"Ti sei messo contro la Hinshelwood? Sei un imbecille!"
"Sono il capo della polizia, non porebbe essere altrimenti"

Nightshift

Aspettare mattina, con quei due vecchi in giro per casa... La sola frase "due vecchietti" lo aveva messo in allarme, ma non aveva dietto niente a Peggy. Ma decise che era meglio togliersi di mezzo, subito.
John Miller era appostato come ogni notte nei paraggi del circuito. Soffriva d'insonnia, e aveva fatto come si suol dire di necessità virtù: Niente è meglio della notte per farsi i cazzi degli altri, era solito dire. Inutile spiegare qui tutte le concatenazioni che mettevano in relazione l'incendio con quel circuito, a cominciare dal fatto che il combustibile quasi certamente veniva da lì, fino ai collegamenti, per non dire le parentele della signora Fuller con il bellimbusto che aveva incendiato un pezzo della storia inglese.
Lo vide uscire. Non sapeva chi era,ma un uomo con l'aria furtiva che esce a piedi alle cinque di notte era sicuramente uno che faceva qualcosa di poco chiaro. Il sospetto si incamminò a piedi verso la statale. Miller si mise a seguirlo a debita distanza.

Voices from the cellar

I letti erano comodi, le trapunte calde e morbide, le lenzuola piacevoli al tatto con il tessuto di canapa liscio, levigato da un secolo di bucati fatti bene, con acqua tiepida e saponi naturali. Vicino al bordo il monogramma (ricamato con seta greggia), probabilmente tratto dall'alfabeto di Kienerk. La lettera, una F, era inserita nel contorno di una foglia dall'aspetto familiare, una foglia di H.F. Mutans. Era parte di un corredo che i due fratelli Fuller avevano preparato per la nonna di Peggy, avevano piantato il seme, fatto crescere la pianta, liberato le fibre dalla parte legnosa con le quali poi avevano tessuto personalmente i teli per le lenzuola. Avevano poi messo da parte i semi, per poterli utilizzare in seguito, e i fiori per alcuni amici letterati che li apprezzavano molto.
"Spegni la luce, per favore?"
"Non sarebbe meglio se uno di noi vegliasse?"
"Veglia pure, io ho sonno"
"Senza mangiare?"
"Tè e pasticcini li chiami bere?"
"Guarda che te li sei mangiati quasi tutti tu"
"Erano buoni"
"Io ho fame"
"Io ho sonno"
"Io vado a cercare qualcosa da mangiare"
"Io dormo"
"Io cerco"

Accese una candela e in punta di piedi raggiunse la cucina, si avvicinò alla dispensa, prese delicatamente la scatola di latta serigrafata che conteneva i biscotti e la posò sul tavolo. Il coperchio fece una certa resistenza perchè le cerniere erano leggermente disassate. Lo posò vicino al centrotavola ricolmo di frutta secca e riprovò ad aprirlo quando sentì delle voci. Spense la candela e rimase immobile cercando di individuarne la provenienza. Una sottile lama di luce si fece strada nel buio della stanza, a lato della credenza. Non ci volle molto a capire che era montata su cardini; con una leggera trazione aumentò la fessura di quel tanto che gli bastò per sentire distintamente le voci e le parole.
"Jason se ne è andato, puoi uscire"
"Finalmente, non ce la facevo più a rimanere chiuso qui sotto"
"Ne hai preso a sufficienza?"
"Due flaconi, dovrebbero bastare"
"Due flaconi interi? Se vengono se ne accorgeranno"
"Stai tranquilla, ho aggiunto dell'acqua, il livello è rimasto identico"
"Speriamo bene. Fai piano perchè abbiamo due ospiti"
"Da quando in qua fai entrare degli estranei?"
"Sono solo due poveri vecchi, domani mattina se ne vanno, prendono il primo treno per Londra"
"Lo stesso che prendo io... E alla stazione come ci vanno'"
"Li porto io in macchina"
"E io?"
"Tu vai a piedi"
"Davvero gentile!"
"Ho promesso di portarli, non voglio che facciate il viaggio insieme"
"Potresti fare due viaggi"
"Non ti sto facendo già troppi favori?"

Stavano salendo le scale, era meglio tornarsene a letto.
"Questi me li porto via" pensò prendendo la scatola dei biscotti.

Sliding Identities

"...Ma Monsieur Taffery non è uno dei miei rampolli!"
"Ma infatti quello non è Taffery"

Lady Hinshelwood e Archibald Peacock, capo della polizia, osservavano attentamente i filmati ripresi dalle telecamere piazzate intorno al Cutty Sark.

"Taffery non esiste. Abbiamo fatto ricerche presso i servizi segreti francesi. E' pur vero che dai servizi segreti in generale, e ancor più da quelli francesi non si possono avere risposte veritiere, ma Guy-Jean Lefevbre, uno dei massimi dirigenti, è un mio ottimo amico, e giura che non esiste nessun Taffery che lavora nei servizi segreti. E quella faccia, all'Eliseo non l'hanno mai vista.
Inoltre quella persona è stata seguita, e le sue frequentazioni ci hanno portato a te, Cophetua. Ora io insabbierò tutto, ma quel giovanotto deve saltare fuori"
"Chi è?"
"Abbiamo sospetti, non certezze"
"Non sapete niente, quindi"
"Posso parlarti come un poliziotto?"
"Sei un poliziotto, fai pure"
"Dammi la testa del rampollo e ti salverai il culo"
"E' la prima volta in ottant'anni che qualcuno cerca di ricattarmi, questo lo sai, vero?"
"Ha distrutto un orgoglio nazionale. Finché si pensava che fosse stato un francese, ci saremmo accontentati di farlo fuori. Ma da un inglese questa cosa è inaccettabile"
"E' la prima volta in ottant'anni che qualcuno cerca di ricattarmi, questo lo sai, vero?"
"C'è sempre una prima volta"
"Voi Peacock siete tutti uguali. Ma fai molto male a metterti contro di me, Archie"
"Sei tu che ti stai mettendo contro di me"
Lady Hinshelwood distolse lo sguardo dalla conversazione e chiamò un domestico:
"Gustav, il Signor Peacock se ne va. Gli prenda il cappotto"

L'inchiesta

John Miller era sulle tracce del piromane che aveva dato fuoco al Cutty Sark e il suo lavoro lo aveva portato spesso nel pub di Big Jimmy. Sapeva che Kate ormai viveva là, sapeva anche che le sue visite potevano essere male interpretate, ma il suo lavoro andava fatto. Mesi di indagini non lo avevano portato ad alcuna conclusione e l'incarico stava per essergli sottratto. Un giorno, e quella volta per motivi personale, aveva deciso di seguire Kate. L'aveva vista entrare nella libreria di Charing Cross Road, parlare con i clienti, riporre dei libri, rispondere al telefono, indossare un soprabito, appendere un cartello sulla porta (Torno subito, diceva) incamminarsi verso Soho, fermarsi davanti ad un piccolo portone, guardarsi alle spalle, poi a destra e a sinistra, prima di entrare. Dopo pochi minuti stesso portone, stessa scena, ma questa volta si trattava di un uomo. John Miller aspettò. Non ci volle molto e Kate uscì. Non la seguì. Voleva saperne di più sull'uomo, spinto dalla curiosità più che dalla gelosia, sentimento che col passare del tempo si stava affievolendo. Gli ci volle una settimana per comporre tutti i tasselli del mosaico: quel giovanotto ben vestito, di bell'aspetto, era il mandante dell'incendio.
Nella relazione per il suo capo inserì gli indizi ma soprattutto si concentrò sul movente. Big Jimmy era un bravuomo e le cose gli andavano bene, il suo pub era sempre pieno di turisti, la storia con Kate funzionava bene... ma durante una tiepida notte di primavera le fiamme si scatenarono trasformando il Cutty Sark in un brutto guscio annerito. Per qualche giorno i curiosi affollarono la zona, poi rimasero solo i pochi visitatori del mercatino domenicale... il pub cominciò a sopravvivere a mala pena, l'umore di Big Jimmy cambiò bruscamente, Kate dovette trovarsi un lavoro. Il bastardo, che aveva programmato con lucidità tutta la sequenza di eventi, riuscì là dove in passato non era riuscito...
Non c'erano le prove ma la storia stava in piedi. Quando presentò il suo rapporto ci tenne a specificare al suo capo che si trattava di deduzioni ma che gli elementi che aveva raccolto meritavano una proroga delle indagini.
"Ottimo lavoro, Miller, ti farò sapere"
"Grazie capo, mi chiami quando vuole"
"Tranquillo, ti chiamerò"
Non lo chiamò, ma dopo avere riflettuto fece un'altra telefonata.
"Dovrei parlare con Lady Hinshelwood, per cortesia, sono il capo della polizia"
"Gliela passo subito" la vecchia cameriera sapeva che alcuni personaggi dell'entourage della padrona non avevano bisogno di essere annunciati.
"Ciao caro, cosa c'è di nuovo?"
"Una chicca. So chi ha incendiato il Cutty Sark"
"E io cosa c'entro?"
"E' uno dei tuoi rampolli o per lo meno mi sembra che lo sia stato. L'informazione potrebbe servirti"
"Ma se la cosa diventa pubblica..."
"Stai tranquilla, mi conosci da tempo, insabbio subito..."
"Ti preparo qualcosa da bere, ti aspetto, così mi dirai chi è"

giovedì 14 febbraio 2008

Jason ora sa

Kate ormai glielo aveva detto. Sapeva quanto Carne era ossessivo quando ci si metteva ed ormai ci si era messo. Era solo questione di tempo, non avrebbe resistito a lungo, prima o poi glielo avrebbe detto. Tanto valeva dirglielo e lo aveva fatto. Lei si era beccata un bel cazzotto sul muso ma a Jason sarebbe andata molto peggio, su questo non aveva dubbi.

I due vecchi, per il timore di essere ascoltati, preferivano non parlare più... fecero finta di aspettare il tè. Entrambi però pensavano di raccontare perchè erano lì, a piedi, in mezzo alla campagna... la loro storia era talmente insolita che non avrebbero avuto difficoltà ad essere creduti. Sapevano che tra Jason e Carne non era mai corso buon sangue ma non sapevano che Jason si fosse scopato Kate mentre Carne era rinchiuso nella clinica e non sapevano nemmeno che fosse stato lo stesso Jason, con prove false di follia, a farlo internare. Se lo avessero saputo non avrebbero certo spifferato tutto.
"Cazzo! Questa non ci voleva!"
"Ti capiamo, persino noi, in passato, non siamo riusciti ad eliminarlo!"
"Ma non è vostro figlio?"
"Nostro, no. Suo."
"Sì, mio. E allora?"
"Un bel figlio di puttana!" mormorò Jason "non sente nemmeno la necessità di giustificarsi!"
"Prego? sono un po' sordo"
"Ho detto che è un grande figlio di puttana"
"Sono d'accordo con te"

"Peggy, devo andarmene, ho un impegno improvviso"
"Torni presto?" la voce arrivava dalla cucina da cui arrivava un profumo di tè verde.
"Non aspettarmi, forse faccio tardi"
"Veniamo con te?"
"No, sull'Aston Martin non c'è posto, se volete andarvene prendete il treno" il tono era sgarbato ma non dimenticò di dare loro una fotocopia con le indicazioni per raggiungere la stazione più vicina.

"Jump off the West platform and walk out the small laneway. Turn right and ride for around 3/4 mile, turn left at big intersection and ride towards A2. Cross the A2 and you will run straight into the circuit."
"Queste sono le istruzioni per venire qui"
"Ma noi dobbiamo andare là"
"E' sufficiente leggere le istruzioni alla rovescia... no non così!"
"Adesso ho capito"
"Guarda che siamo soli, smettila di fare il coglione"
"Non facevo il coglione"
"Allora lo sei"
"Fanculo"

"Prego?" disse la voce dalla cucina.
"No, niente, stavamo pensando di attraversare la A2, raggiungere l'incrocio, girare a destra..."
"... e poi dopo poco più di un chilometro raggiungere la stazione di Shepherds Well... no, lasciate perdere, vi porto io... alla vostra età è meglio andarci in macchina. Andate a Dover o a Londra?"
"Questa qui fa troppe domande?"
"Ne ha fatta una sola"
"A me sembravano due"
"E invece era una, è come se avesse chiesto in quale direzione vogliamo andare"
"Hai ragione ma a me sono sembrate due"
"Allora, avete deciso in quale direzione volete andare?"
"Hai ragione, era una sola"
"E' gentile, mi pare"
"Stai pensando alle sue tette!"
"Cosa le rispondiamo?"
"Londra!"
"Londra? ho capito bene?"
"Sì, gentile signora, Londra"
"Ho il timore che dovrete aspettare domani mattina, l'ultimo treno per Londra è passato poco fa. Non preoccupatevi vi preparo da dormire"
"Perchè non le diciamo che ha capito male, che vogliamo andare a Dover?"
"A fare cosa?
"Perchè dovrebbe chiederlo"
"Non hai capito, io ho chiesto a te cosa dovremmo andare a fare a Dover"
"A Dover? Niente, cosa vuoi che abbiamo da fare a Dover?"
"Ricominciamo da capo. Noi-andiamo-a-Londra. A Londra temo che avremo da fare parecchio."
"Ho capito, non si va a Dover perchè a Dover-non-c'è-niente-da-fare"
"Esatto."

Nella stanza degli ospiti Peggy stava togliendo quattro vecchie lenzuola di canapa da un cassettone di mogano.

Aforismi

"Questa storia sarà un successo!"
"Come fai a dirlo?"
"Uno dei presupposti del successo è la mediocrità"

Twin set

"Perchè non hai mai detto a Kate dove era Carne?"
"Perchè non glielo hai detto tu?"
"Non lo so, ma abbiamo messo in piedi un bel casino"
"Speriamo bene"
"Sei diventato fatalista?"
"No, ma cosa possiamo fare noi due poveri vecchi?"
"Mi stai pigliando per il culo?"
"Scusami, spesso la parte che recitiamo mi prende la mano, mi ero dimenticato che siamo soli"
"Soli? Guarda che siamo ospiti di Peggy e Peggy è una che non la conta giusta... è riuscita a far perdere le sue tracce per anni, non potrebbe essere una dei nostri?"
"E se fosse una dei loro?"
"E se ci ascoltassero?"
"E se te ne andassi affanculo?"

Finalmente la verità

"D'accordo, così la finisci. Sono Kate."
"Non potevi dirmelo subito?"
"No, non potevo. Non sapevo come avresti reagito."
"Come avrei dovuto reagire?"
"Se ti avessi raccontato subito tutto ti saresti incazzato"
"Tutto? non mi hai ancora raccontato niente"
"Ora lo faccio, ma non incazzarti."
"Ci proverò"
"Ho avuto un marito"
"Io no"
"Poi ho avuto una storia con Big Jimmy"
"Lo avevo capito"
"E contemporaneamente un'altra storia..."
"Cazzo, non eri così una volta!"
"E' passato del tempo..."
"Nessuno ti ha chiesto niente"
"Sì, ma questa volta era amore!"
"Dimmi anche che sei una donna e così completi il quadro... e lo sfortunato di turno chi era?"
"Giura che non ti incazzi"
"Cercherò"
"Jason"
Carne, 195 centimetri di altezza per 112 chili, non avrebbe mai fatto male ad una mosca ma Kate non era una mosca. La stese con un violento pugno.
"Allora mi ama!" mormorò Kate pulendosi col dorso della mano le labbra spaccate piene di sangue.
"Va bene, quando avremo un po' di tempo ti farò rimangiare quello che hai detto. E se per caso hai una sorella, anche a lei! Adesso parla." Era ovvio che l'eccitazione era svanita, meglio così, non avrebbe corso altri rischi.
"Tu sei sparito e Kate era disperata. Non sapeva cosa fare. I due vecchi, gli unici che sapevano sempre tutto, stavano rincoglionendo e non sapevano più niente (o almeno così cercavano di fare credere. L'unico che su cui potè contare in quel periodo fu un ispettore di polizia, un caro ragazzo, tanto caro che un bel giorno se lo sposò. Pochi mesi più tardi nacquero due gemelle, una storia che a casa nostra si è ripetuta spesso."
"Dove sono ora?"
"Te lo dirò più tardi"
"John, il marito di Kate, aveva un'altra storia che andava avanti dal giorno del matrimonio e Kate un giorno se ne accorse. Non ebbe dubbi sul da farsi. Vestì le due bimbe e disse loro andiamo. Avevano appena iniziato a camminare ma si alzarono e la seguirono. Kate cercò lavoro e lo trovò, scoprì che fare la cameriera in un pub non era poi così difficile. La parte più difficile venne quando il proprietario, sì quello grosso che hai visto a Greenwich, si innamorò di lei. Kate cercò di convincerlo che lei non lo amava, che stava aspettando un cavaliere su un destriero bianco che sarebbe arrivato presto a riprendersela... Contemporaneamente John Miller, l'ex-marito poliziotto, era sempre nei paraggi a chiedere scusa... e poi le mancava il tempo per andare a trovare le due bimbe... io sapevo tutto perchè Greg, un vero amico, mi raccontava tutto. A quel punto presi/prendemmo una decisione. Io avrei sostituito Kate. Col mio carattere, ben diverso da quello di mia sorella, avrei sistemato tutto e tutti, avrei rimesso le cose in ordine e poi sarei tornata alla mia vita di sempre..."
"Mi stai pigliando per il culo?"
"Ti sbagli"
"Questa è la trama di una telenovela brasiliana che ho visto, quando ero a Lydden Hill, su Channel Four!"
"Coincidenze!"
"Coincidenze un cazzo! Ora dimmi la verità"

Alla ricerca della prova

C'era qualcosa in lei che non andava. Ora che sapeva parte della verità si accorse di avere percepito qualcosa ma di avere sottovalutato le sue sensazioni soprattutto quando Kate aveva salutato Big Jimmy, la fretta di andarsene, i suoi silenzi e la sua reticenza, la sua mancanza di emozioni nel rivederlo dopo anni di lontananza...
"Lei dice che non è Kate. Greg mi dice di stare attento a Kate. Ma Greg non conosce l'altra Kate, quindi chiama Kate l'unica Kate che conosce che peraltro potrebbe essere l'unica Kate. Potrei farle delle domande su cose che abbiamo fatto insieme. Potrei chiederle di quella volta che abbiamo fatto sesso. Lei direbbe che non c'è mai stato niente tra di noi anche se, nel caso sia Kate, le sarebbe sufficiente negarlo per confondere le acque... prima di andare avanti ho bisogno di certezze" Carne cercava un percorso logico per sapere chi aveva davvero davanti.
"La piccola ferita di Camberwell Green!" pensò, certo di essere vicino alla verità.
La prese per un braccio e cercò la cicatrice.
"Stai cercando la ferita dell'H.B. Mutans?"
"Voglio sapere chi sei"
"Te l'ho detto"
"Non mi fido"
"Ecco, allora!" disse Kate (finchè non c'è la prova che non lo sia continueremo a chiamarla Kate) scoprendosi il braccio.
"Sei Kate!" disse Carne accarezzando la piccola cicatrice.
"Scemo! Senza quella non saremmo identiche. Kate mi ha raccontato di quella sera, mi ha fatto vedere la piccola cicatrice e io mi sono subito procurata una piccola ferita. Il risultato è identico"
Carne continuava a fare scivolare il polpastrello sulla carne liscia del braccio, salendo verso l'ascella.
"Non pensarci nemmeno!" disse Kate, ma ormai Carne aveva raggiunto con la mano sinistra l'attaccatura del seno mentre con la destra stava giocherellando con il primo bottone della camicia.
"Ti ho detto di no!"
"Attenta, uso la ruota!"
I turisti si scambiavano opinioni sulla scena che sembrava loro molto realistica.
"Fai quello che vuoi, tanto tra meno di un minuto avremo finito"
"Allora sei Kate! Sapevo che prima o poi me lo avresti rinfacciato"
"Me lo ha raccontato Kate, vuoi che due sorelle, per giunta gemelle, non si raccontino queste cose?"
"Brutte puttane!" pensò Carne senza accorgersi che l'uso del plurale derivava dal fatto che stava cominciando a credere alla ragazza.

mercoledì 13 febbraio 2008

Twins

Un fascio di luce illuminava fiocamente un cumulo di teschi e il terreno umido coperto di muschio. Kate aveva appena detto di non essere Kate.
"Lo sapevo"
"E hai aspettato finora a dirmelo?"
"Speravo fossi tu a farlo"
"Sono una donna"
Già, era una donna, su questo non c'erano dubbi. Attraente per giunta, e questo complicava le cose. Comunque si poteva fare, cioè poteva cercare di farsela. Se li avessero sorpresi avrebbe potuto dire che quel luogo macabro li aveva eccitati, che non era colpa loro ma di Eros e Thanatos... poi loro gli avrebbero chiesto chi erano e lui avrebbe avuto difficoltà a spiegarlo...
Ci pensò Kate a risolvere il problema.
"Non pensarci nemmeno!"
"Pazienza..." mormorò rassegnato Carne, abituato da anni alla castità forzata.
"Chi sei?" ricominciò.
"E' una storia lunga"
"Abbiamo tempo"
"Bene. Cominciamo da quando tu sei sparito"
"Da quando un bastardo figlio di puttana mi ha fatto rinchiudere"
"Cominciamo da allora. Mia sorella era disperata..."
"Tua sorella?"
"Kate, mia sorella gemella, siamo identiche, come due gocce d'acqua"

Visita al museo

Uscirono dalla stazione e si diressero a piedi verso il centro, superarono l'oscuro sottopassaggio e svoltarono a sinistra in Tooley Street, verso il London Bridge. Carne aspettò Kate, la prese per mano e la spinse nel Dungeon, il museo della tortura dedicato al turismo spicciolo ricavato all'interno del muraglione della ferrovia.
"Perchè qui?"
"Ci stanno seguendo"
"15,95 prego"
"Siamo in due"
"Due adulti, 31,90"
"Grazie" allungò due biglietti da venti, sperando che non gli chiedessero se glieli aveva dati Greg.
"You have been tried and sentenced, now you must accept your fate and let the hangman guide you to the end" disse l'uomo a Kate.
"Non mi piace questo posto"
"Non avevo scelta"
"Chi ci seguiva?"
"Nessuno"
"E allora?"
"Qui ho gli strumenti giusti per farti parlare"
"Sei matto?"
"Non provarci anche tu, a Lydden Hill ci hanno provato per anni"
"Cosa vuoi sapere?"
"Chi sei'"
"Sei matto?"
"Non fare la furba... guarda che ti allungo un po' con la ruota"
"No, la ruota no! e poi non era per i maschi?"
"C'è un precedente, ti sei dimenticata di Anne Askew, tu saresti la seconda, un bel record"
"Cosa vuoi sapere?"
"Chi sei?"
"Me lo hai già chiesto"
"Attenta... c'è la ruota!" disse alzando la voce.
I turisti si fermarono un attimo a godersi la scena... era così realistica...
"Hai vinto. Come hai fatto ad accorgertene?"
Carne non rispose e non parlò del messaggio di Greg. Sarebbe apparso meno onnisciente.
Kate cominciò a parlare.
"Non sono Kate" fu la prima cosa che disse.

Stai attento!

"Stai attento a Kate" diceva il messaggio di Greg.
"Perchè dovrei diffidare di Kate dopo tutto quello che abbiamo affrontato insieme?" pensò Carne.
"Perchè è una donna" gli avrebbero detto in molti.
"Ma Kate è diversa" avrebbe risposto lui.
"Dicono tutti così" avrebbero concluso i molti.
"Destinazione, prego?" la voce del bigliettario lo distolse dai suoi pensieri.
"London Bridge, grazie"
"Otto sterline, prego"
"Ecco a lei" e gli porse il biglietto da venti.
"Glielo ha dato Greg?" sussurrò il bigliettario.
"Sì, come fa a saperlo'"
"Non si preoccupi" disse il bigliettario allungandogli, insieme ai biglietti, otto sterline di resto.
"Solo otto?"
"Si faccia bene i suoi conti e vedrà che il resto è giusto... quattro a testa"
"Intende dire che a caval donato non si guarda in bocca?"
"Più o meno... oppure prendere o lasciare"
Comprese e prese. A fronte di un venti falso aveva ricevuto due biglietti per Londra e otto sterline, cosa poteva volere di più? Forse essere avvertito in anticipo ma Greg era fatto così, molto probabilmente in quel momento stava sghignazzando.

In quel momento il treno entrò in stazione. Salirono e trovarono posto sulla destra, lato Tamigi. Arrivò una donna di colore, chiese loro i biglietti, li guardò e alzò gli occhi al cielo.
"Ancora? Quel bastardo non la smetterà mai. Signore questi biglietti hanno la data di ieri, sono scaduti. Devo pregarla di farne altri due. Otto sterline, prego."
"Ecco a lei. Otto monete da una sterlina. Queste sono buone, vero?"
"Dovrei assaggiarle per poterle rispondere"
"Meglio lasciare perdere" pensò ad alta voce Carne ritirando i biglietti dalla macchinetta che la donna portava attaccata al collo.
"Perdere? non è nel nostro DNA" mormorò Kate.

Dopo 31 minuti entravano nella stazione di London Bridge. Carne era ancora turbato dall'avvertimento di Greg.

Twin set

Una volta entrati, i due ospiti furono lasciati per un attimo soli nella piccola saletta da the.

"Non ti ha neanche riconosciuto"
"Finge, di non riconoscermi..."
"Figurati! Tutta quella storia delle mutandine con i volant, la tuta...
Tutte balle. Continui a raccontarmi le tue fantomatiche imprese amatorie di quando eri giovane, ma sono tutte balle"
"C'eri anche tu, cazzone"
"Io non mi ricordo"
"Cazzone arteriosclerotico"
"Fanculo"
"Comunque ha ancora due belle tette, no?"
"Non ti piaccio più?"
"No"
Jason si scopava Kate in un piccolo appartamento di Soho e corteggiava sua zia Peggy, a Lydden Hill ma non sapeva ancora che Carne era fuggito dalla clinica e che presto sarebbe stato sulle sue tracce. Mancava poco e qualcuno glielo avrebbe detto.

4'34"

La vecchia Aston Martin DB4 GTZ girava rabbiosamente tra le curve del circuito.
Jason Spengler, vestito in un elegante completo di tweed, reggeva il cronometro.
L'Aston Marin passò la linea del taguardo e si fermò vicino alla rinessa. Peggy scese e togliendosi il casco chiese a Jason:
"Allora, come sono andata?"
"4 e 34"
"Potevo staccare un po' più tardi nella curva di Pine Lodge. Comunque zio Martin nel '71 non faceva meno di 4 e 32"
"Rientriamo, si sta facendo freddino"

Fu allora che si accorsero dei due vecchietti che stavano applaudendo a circa dieci metri, al di là della staccionata.
A vederli così, un po' stanchi, con i loro bagagli e il loro abbigliamento un po' démodé, facevano tenerezza; sembravano solo due tranquilli pensionati un po' bislacchi.
Peggy si volse verso di loro con un sorriso
"Buongiorno!"
"Signorina, lei ha una guida splendida. Mi ricorda il vecchio Jackie Stewart!"
"Che simpatici vecchietti" mormorò Peggy incamminandosi verso di loro. Jason tentò di trattenerla, come guidato da un presentimento.
"Quella Aston è una bellezza!" disse Colui con un sorriso da Babbo Natale
"Mi chiamo Peggy Fuller"
"Ma non ci posso credere! - fece l'altro - Volete dirmi che siete la nipote del vecchio Martin?"
(A volte basta carpire un nome ed usarlo opportunamente)
"Conoscevate zio Martin?"
"Eravamo amici, molti anni fa" rispose, apprendendo con sollievo che zio Martin doveva essere morto.
"Ma vi prego, entrate per una tazza di the"
"... non vorremmo disturbare, lei è in compagnia..."
"Non lo dica neanche per scherzo, signor..."
"Anocleto Bisazza, al vosto servizio" disse Grande Merda togliendosi un ciancicato cappello alla Ellery Queen
L'altro disse semplicemente: "Enchanté"