sabato 23 febbraio 2008

Uno dopo l'altro...

Il sole la abbagliava mentre camminava sul ciglio della strada, ogni tanto inciampava su una zolla, i suoi tacchi non erano l'ideale per una passeggiata in campagna.
"Maria!"
"Maria!"
"Bisognerebbe frustarla! Quando ti serve non c'è mai, mi arrangerò da sola, come al solito"

Maria, una matura italiana di Pordenone, era stata al suo servizio cinquant'anni prima, subito prima che Isa si sposasse. Servizievole, mite di natura, l'aveva sempre seguita, aveva assecondato la sua indole, non aveva mai battuto ciglio di fronte ai suoi insulti o ai suoi capricci. Lo avrebbe fatto ancora ma purtroppo era morta 32 anni prima.

Si era agitata e come ogni volta che si agitava sentiva una irresistibile necessità di pisciare. Si abbassò le mutande di lino, si accucciò e per evitare che la scarpa destra si bagnasse spostò il peso dall'altra parte. I muscoli del vecchio corpo, indeboliti dall'età e dalla inattività, non furono in grado di contrastare l'improvviso spostamento, Isa rotolò lungo la scarpata del canale, piombò nell'acqua, annaspò per qualche istante, affondò. L'acqua, che scorreva lenta verso sud, restituì il corpo, che aveva urtato contro un pilone di un piccolo ponte, una trentina di metri più avanti.

L'uomo appoggiato al parapetto stava fumando una sigaretta pensando a tutto quello che era successo in qugli ultimi minuti. Solo quando stava per gettare in acqua il mozzicone vide il cadavere di una vecchia signora galleggiare sotto il ponte, impigliata nei ferri arrugginiti che uscivano da uno dei piloni.

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