sabato 23 febbraio 2008

Crash

L'incontro col quel rozzo motociclista lo aveva turbato. Anche l'approccio, con l'accusa di furto, non gli era piaciuto per niente, era la prima volta che lo scambiavano per un ladruncolo. L'uomo che lo stava precedendo aveva una vecchia moto, non gli sarebbe stato difficile raggiungerlo anche se ormai doveva avere un certo vantaggio. Eliminò l'overdrive e pigiò sull'acceleratore, la Jaguar fece un balzo in avanti e cominciò a rendere onore al suo nome. La strada era deserta quindi non ebbe alcuna difficoltà a raggiungere le 120 miglia. Davanti a lui ora c'era solo una grossa macchina nera. Il guidatore, forse distratto da qualcosa, si spostò improvvisamente verso il centro della strada. Non c'era più tempo per frenare. Anche Carnet si spostò sulla destra, sbandò col posteriore, controsterzò con le due ruote di destra sullo sterrato e, mentre si rallegrava con sè stesso per la sua abilità, da alcuni cespugli uscirono due persone. Non ci fu nulla da fare. Sentì solo un urlo, fanculo gli sembrò, poi l'impatto le scaraventò in aria, volarono per decine di metri e si spiaccicarono sull'asfalto come due insetti sul parabrezza. Quello che Carnet non vide fu un piccolo oggetto, brillante, lampeggiante, che rimbalzò più volte per poi fermarsi vicino alla chiazza di sangue che si stava allargando intorno alla testa di uno dei due.
Non era la prima volta che una cosa del genere gli capitava e quindì preferì non fermarsi, in caso di necessità sarebbe intervenuta lady Cophetua...

L'unico testimone di quanto era accaduto, prima e dopo, era Jimmy.
"Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!" mormorò certo del fatto che le vittime dell'incidente non fossero dei comuni innocenti.

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