domenica 3 febbraio 2008

verso l'happy end

Kate stava riprendendosi dal suo turbamento, l'allucinazione di Carne stava attenuandosi, questa era la situazione in quel momento.
In quel momento un rumore sordo fece vibrare i vetri del Cronnie's Corner, prima lontano poi sempre più vicino e poi lontano ed ancora più lontano sempre più acuto, come un convoglio che si avvicina e poi, sferragliando sui binari si allontana.
"Stanno arrivando" disse l'uomo con l'aria familiare, con un briciolo di preoccupazione dipinto sul volto.
"Stanno arrivando." ripetè Kate.
Insieme al sibilo del vento giungeva il loro odore, confuso con l'umidità salmastra.
"Sì" disse Carne di Culo "doveva accadere".
Tutto era pronto. Tutto si sarebbe svolto in pochi minuti.
Il calcio del pesante shitgun da campagna, premuto contro la spalla incrinata, gli procurava un dolore sordo, presente.
"Non ci avranno" disse John, aprendo una botola dietro il banco della reception "Presto, scendiamo, c'è una via di fuga"
Anche il Cronnie's Corner, come le due ville specculari nel prato di Lydden Hill, era stato costruito su un tumulo e lo scopo di quel tumulo, come di molti altri, non era affatto funerario, ma connesso alle cerimonie religiose di una antico e misterioso popolo.
Dopo una veloce discesa lungo un pozzo imboccarono il corridoio centrale. Kate si mosse sicura (aveva già vissuto un'esperienza simile) verso la parete di roccia che bloccava il percorso e pronunciò il comando:
"Apriti!"
La roccia divenne una porta e si aprì. Uscirono.
Dal fondo della valle saliva una nebbia densa e grigia, come un alito millenario.
Lei andò verso il lago, Carne la seguì.
"Un giorno questo fiume sarà un mare" disse.
Ma lui guardava lontano, forse indietro, verso i bastioni del passato.
"... e i nostri nipoti giocheranno con le onde, gli gnu torneranno all'ovile e la cutrettola tornerà fare il nido in soffitta".
"Un giorno, forse." disse lui.

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